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Formazione. Boldrini risponde alle critiche delle ostetriche


16 FEB - Gentile Direttore,
ho letto sul suo quotidiano la posizione critica della Fnopo sul mio disegno di legge 2396 sul “Riordino della formazione universitaria delle professioni sanitarie infermieristiche, nonché delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione, della prevenzione e della professione ostetrica”.
 
In sostanza, quel che mi viene imputato è di non aver consultato l’associazione di una categoria che “non comprende la ratio di voler inserire anche le altre professioni sanitarie in un testo che riguarda palesemente le professioni infermieristiche”, rischiando addirittura di “non rispettare né rispecchiare la specificità di tutte le professioni citate, né la normativa vigente”, di “danneggiare e penalizzare gli attuali e i futuri professionisti, perché trasformiamo la laurea magistrale anche ad indirizzo clinico” e addirittura che il testo “comporterebbe il rischio che venga meno la tutela della salute delle donne, delle madri e dei neonati”.

Gran parte della mia attività parlamentare nella Commissione Sanità è stata finalizzata, fin dall’inizio, ad affrontare la tematica del riordino e della valorizzazione del ruolo e della formazione delle professioni mediche, sanitarie e sociosanitarie, tanto è vero che la mia produzione legislativa è sempre stata tesa a generalizzare quanto più possibile la normativa che proponevo all’insieme delle professioni, come varie proposte testimoniano. Quando è stato necessario affrontare e sviluppare tematiche specifiche ho invece presentato testi particolari nel rispetto della specificità e della diversità delle singole professioni. In questo contesto rientrano il disegno di legge istitutivo dell’infermiere di famiglia e di comunità, dello psicologo di cure primarie, dell’ostetrica di comunità, del fisioterapista di comunità e dell’odontoiatra di comunità, tutti concertati e condivisi con la rappresentanza professionale, ma anche con parte larga della rappresentanza sindacale.

Ho poi affrontato la questione della riforma della formazione nel settore sanitario: da quella specialistica medica, a quella delle altre professioni sanitarie e della dirigenza, a cominciare da quella infermieristica, che per i confronti avvenuti sia con la Fnopi che con la Fno Tsrm Psrp ha avuto tempi lunghi.

In questo quadro, il disegno di legge 2396 tende a completare il percorso di riforma della formazione delle professioni sanitarie di cui alla legge 251/00, superando l’attuale limite di esercizio professionale fermo alla sola laurea triennale abilitante. Ciò che proponiamo è di prevedere specifici indirizzi non solo gestionali e didattici ma anche clinici e specialistici, non solo attraverso master e dottorati, ma anche in specializzazioni post laurea magistrale, con specifici dipartimenti e facoltà proprie diverse e distinte. Tutte idee già patrimonio comune di larghe componenti delle professioni sanitarie, con principi innovativi quanto mai aderenti alla finalità di rendere in grado questi professionisti sanitari di esercitare quelle competenze avanzate e specialistiche funzionali a rispondere ai bisogni di salute del mutato quadro epidemiologico e demografico del Paese.
 
La Fnopo non è stata consultata nello specifico di questo testo perché lo era già stata nell’elaborazione congiunta e concordata di un altro disegno di legge di riforma della formazione dell’ostetrica, che vorrei presentare a breve e sul quale sarei ben lieta di confrontarmi anche con la nuova dirigenza.
Ricordo infine che ogni disegno di legge non è altro che una proposta di iniziativa parlamentare, destinata ad essere esaminata in ogni dettaglio nelle Commissioni parlamentari di merito, attraverso audizioni con tutti i soggetti coinvolti dalle modifiche normative. Nulla quindi è stato deciso ma, al contrario, il testo è aperto al dialogo proficuo e alle proposte costruttive delle associazioni di categoria. Mi auguro che la Fnopo condivida l’obiettivo di dare alla professione ostetrica orizzonti formativi e di carriera più ampi di quelli resi possibili dalla laurea triennale.
 
Non comprendo perciò appieno il comunicato della Fnopo e, senza polemizzare, mi pare che contenga anche affermazioni realmente fuori tema. Rassicuro sulle intenzioni assolutamente positive e propositive del testo, ricordando che l’ultimo articolo del ddl in questione è solo programmatico nelle linee di estensione alle altre professioni.

Senatrice Paola Boldrini
Vicepresidente Commissione Sanità

16 febbraio 2022
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