Ospedali di Comunità, attenti a non seguire logiche vecchie e superate. Una proposta per un modello organizzativo
di J.Bakri, B.Gazzola, R.Borin, M.Trabucchi
09 FEB -
Gentile Direttore,
in questo momento, sotto la pressione per la predisposizione di progetti da finanziare attraverso il PNRR, vi è il rischio che vengano adottate vecchie logiche, costruendo strutture non sempre necessarie, continuando a creare nei territori disparità e disuguaglianze.
A questo si aggiunge la possibilità che vengano utilizzati progetti desueti, che non si inseriscono adeguatamente nella rete dei servizi territoriali come viene indicato dal PNRR.
Inoltre, non è sufficiente per un reale funzionamento del sistema la predisposizione delle strutture senza prevedere contemporaneamente un progetto di funzionamento, sia interno che rispetto all’esterno.
Se non si programma il futuro con chiarezza, attivando tutti i nodi della rete con il quali l’Ospedale di Comunità dovrà collegarsi, vi è il rischio che questo diventi solo un parcheggio temporaneo per anziani in attesa di entrare nelle RSA.
Deve invece essere chiaro che l’Ospedale di Comunità è una struttura qualificata sul piano clinico-assistenziale, dove il “low cost” non è predittivo di un “low care” e dove l’obiettivo non è l’attesa dell’istituzionalizzazione, ma il ritorno a casa nelle migliori condizioni di salute possibili.
L’Associazione Italiana di Psicogeriatria (AIP) contribuisce al dibattito sull’organizzazione dei servizi per la salute, aperto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza,
con un documento riguardante gli Ospedali di Comunità che potrete leggere in allegato.
Gli Ospedali di Comunità sono strutture di rilevo all’interno della rete territoriale riservata alle persone fragili, la cui organizzazione non è cresciuta secondo linee condivise, ma lasciando spazi ad interpretazioni non sempre lineari.
Per questo motivo l’AIP ha preparato questo documento, che si rifà prevalentemente all’esperienza ormai consolidata dell’Ospedale di Comunità di Tregnago (Verona), per offrire un testo realistico, attuabile e attuato. In questo modo qualsiasi discussione viene condotta su dati e azioni, evitando interventi inutili su progetti teorici.
La pressione dei tempi per la realizzazione del PNRR impone una discussione, approfondita ma rapida, di proposte realizzative spesso non omogenee. Non è possibile percorrere altre strade se l’Italia vuole rispondere alla fiducia concessale dall’Europa, rispondendo in modo adeguato ad un bisogno in continuo aumento.
Anche per questo nostro dovere come nazione non possiamo lasciare spazio ad un pessimismo pregiudiziale; i problemi realizzativi sono molti, come indicato nel testo, ma non possono essere sufficienti per giustificare la rinuncia a sperimentare soluzioni valide.
Joumana Bakri
Ospedale di Comunità, Tregnago, Verona
Beatrice Gazzola
Distretto 2, ULSS Scaligera
Roberto Borin
Ospedale di Comunità, Tregnago, Verona
Marco Trabucchi
Associazione Italiana di Psicogeriatria
09 febbraio 2022
© Riproduzione riservata
Altri articoli in Lettere al direttore