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Noi specializzandi diciamo no all’abolizione del numero chiuso a medicina

di FederSpecializzandi

28 GEN - Gentile Direttore,
respingiamo in modo forte e chiaro la volontà espressa dalle Regioni, manifestata dal Presidente della Regione Liguria Toti negli scorsi giorni, di proporre l’apertura del numero chiuso a Medicina poiché considerato “vero tappo alla programmazione delle nuove assunzioni sanitarie”. Nella situazione in cui ci troviamo oggi, infatti, è inaccettabile che venga ancora una volta proposta una soluzione che rischia esclusivamente di sprecare risorse umane ed economiche, fornendo un qualche alibi per dire “ce ne siamo occupati”.
 
I giovani che entreranno al corso di Laurea in Medicina e Chirurgia oggi, non saranno operativi prima di 10 anni: come può l’abolizione del numero chiuso rappresentare la soluzione all’urlato e tanto attuale problema della carenza di personale? Ci chiediamo inoltre da dove nasca davvero questa crisi: mancano medici o mancano specialisti e la volontà di
valorizzare chi già è all’interno del SSN?
 
I medici ci sono ma sono distribuiti in maniera disomogenea, oltre ad essere poco attratti da un SSN che, soprattutto negli ultimi due anni, li ha visti costantemente in prima linea pur senza alcun progetto a lungo termine di valorizzazione professionale e umana (specialmente nel caso dei Medici in
formazione specialistica) e senza che a questo sia seguito un intervento sulle condizioni lavorative dei medici nel SSN.
 
La miope e praticamente assente programmazione cui abbiamo assistito negli ultimi anni ha portato ad allargare in maniera esponenziale e irrazionale il numero degli accessi a Medicina (14.000 nel 2021) e a stanziare oltre 17.000 contratti di formazione specialistica. La nostra più grande preoccupazione è che questo non sia stato dettato da una reale necessità di programmazione, ma che piuttosto rappresenti la creazione di “disoccupati di lusso” e un’ulteriore precarizzazione e svilimento della professione medica.
 
Infatti, non è stata elaborata una programmazione basata sulla valutazione dei pensionamenti congiunta all’analisi del fabbisogno di Salute della popolazione e dei servizi del SSN: si è sempre operato solo nell’ottica del “qui ed ora”, fornendo risposte approssimative con il solo fine di ottenere consenso e creando disinformazione. ll problema si riverserà sulle generazioni future e i giovani Medici si troveranno davanti solo porte sbarrate: nessun concorso, nessuna possibilità di carriera, gli occhi rivolti all’estero o al settore privato convenzionato, dopo un percorso formativo potenzialmente sovraffollato che ha abbassato innegabilmente la qualità della formazione stessa.
 
Gli investimenti sui giovani, tanto annunciati, rischiano di essere l’ennesimo spreco di risorse. In un futuro in cui la domanda di Salute si modificherà ulteriormente e crescerà il peso della gestione della cronicità e dell’invecchiamento della popolazione, non possiamo comprendere proposte che si
configurano ogni volta come meri specchietti per le allodole: l’apertura del numero chiuso a Medicina e Chirurgia è una di queste.
 
Chiediamo, dunque, che venga programmato in maniera seria e lungimirante il futuro dei professionisti sanitari, con un piano di assunzioni che sia costante e coerente con i medici formati, con i bisogni di Salute e con i pensionamenti.
 
È urgente investire in maniera consistente nella formazione medica pre e post-lauream (non basandosi ciecamente sui numeri, ma puntando sulla qualità), negli ospedali e sul territorio.
 
Allo stesso tempo, bisogna garantire una maggiore attrattività del SSN, soprattutto per alcune branche e in alcune aree geografiche, tramite investimenti, con adeguate remunerazioni e tutele.
 
È necessario infine fermarsi, ragionare sui numeri, definendoli sulla base delle reali necessità, e abbandonare una volta per tutte le proposte come quella di apertura del numero chiuso. Solo in questa maniera si potrà evitare un’altra pletora medica abbandonata in un limbo professionale e rispondere realmente ai fabbisogni di salute della popolazione.
 
FederSpecializzandi

28 gennaio 2022
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