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L’infermiere non è solo “tecnica”

di Cristiano Domenico Ciro

22 NOV - Gentile Direttore,
la componente necessaria all'esercizio della professione infermieristica non è la vocazione, ma la conoscenza abilitante che genera competenza. Tale costrutto non implica una condizione di esclusione verso una certa propensione dell'assistenza snocciolata nel comune "amor del prossimo" in virtù del quale l'opera assistenziale risulta essere privata da alcuna connotazione ideologica se non quella della predilezione del sollievo dalla sofferenza.
 
In effetti, l'esercizio professionale infermieristico fonda le proprie basi sulla vicinanza all'assistito e la ricerca e soddisfacimento dei suoi bisogni di salute. In tale ottica, come potrebbe generare salute e promozione della stessa una professione di tipo assistenziale senza che abbia una certa vicinanza all'assistito?
 
Senza addentrarci nel significato etimologico dell'assistenza, come potrebbe avere ragione di esistere una professione che tanto si allontana dalla propria condizione essenziale affermandosi e concentrandosi tanto sulla tecnica e poco sulla relazione? In che modo uno sviluppo professionale può significare un'evoluzione tale da perdere l'anello di congiunzione tra il vecchio ed il nuovo generando di fatti una professione ex novo snaturando i principi cardine insiti della propria ragione di esistere? E ancora, quale vantaggio trarrebbe l'assistito in una così radicale trasformazione?
 
È quindi lecito chiedersi se sia giusto parlare di evoluzione o involuzione? Sviluppo spasmodico o implosione? Perché se da un lato si è resa necessaria la nascita di altre figure operanti nell'assistenza, talvolta investite da dubbie interpretazioni operative e delibere regionali di impugnabile valore normativo di esercizio professionale, di contro urge interrogarsi su quanto sia stato funzionale al sistema salute un tale sviluppo in considerazione della visione anacronistica che ancora è diffusa nello status quo dell'infermiere nostrano: una figura sanitaria formata con percorso universitario, spesso esautorata e privata della considerazione di professione intellettuale, che opera, non di rado, per compiti e dalla limitata competenza certificativa figlia di un rapporto tra professionisti sanitari fondato su una gerarchia arcaica e superata solo dal legislatore e mai nella pratica quotidiana.
 
La scienza infermieristica produce salute e potrebbe essere definita come uno degli indicatori dell'evoluzione dei sistemi sanitari, ma è proprio questa evoluzione che, se non adeguatamente governata, genera il caos, inteso ovviamente come il conflitto intraprofessionale e interprofessionale con il rischio di una conseguente acquisizione di elevate competenze per pochi e una frustrante perdita di conoscenza e competenza per molti. Ovviamente in un discorso più ampio ci sarebbe da considerare quanto incide l'aziendalizzazione del SSN e la sua frammentazione nell'adozione di molteplici e diversi modelli assistenziali ove ogni figura professionale riesce ad esprimersi a seconda delle risorse e dall'interpretazione normativa regionale e aziendale che generano, di fatto, discrepanze funzionali operative da regione a regione e da azienda ad azienda.
 
Per quanto espresso, occorre precisare che, il governo del cambiamento in ambito sanitario-assistenziale non è da intendersi solo nell'accezione dell'organizzazione delle attività e dei soggetti coinvolti, ma anche della capacità di un corpus professionale di evolversi in relazione ai bisogni assistenziali non certo immutabili nei sempre più dinamici contesti sociali.
 
E se è vero che ammettere il conflitto è parte del dibattito democratico, parimenti, lo è allo stesso modo nel complesso sistema di relazioni e di sviluppo in ambito socio-sanitario. Ed è proprio per questo motivo che attendiamo un modello di sviluppo che faccia chiarezza e soprattutto gli interessi in primis degli assistiti, senza trascurare la frustrante mancata ricezione nelle organizzazioni sanitarie del percorso di crescita e sviluppo professionale infermieristico. Gli infermieri di oggi debbono sentire la necessità e l'urgenza di costruire il futuro dell'assistenza di domani.
 
Uno spunto di riflessione ci viene proposto dall'agire professionale infermieristico in corso di pandemia, allorquando affrontando la crisi sanitaria dettata dal covid 19, ha dimostrato tutta la propria conoscenza in tangente competenza e ciò ha permesso di fronteggiare la pandemia e salvare vite. Cambiano gli scenari, ma gli infermieri salvano e continuano a salvare vite, attraverso la prevenzione, la cura e l'assistenza in qualsiasi contesto e luogo. È giusto quindi che ritorni in maniera preponderante il ripensamento della figura infermieristica come risorsa essenziale del SSN riponendo l'attenzione circa il dibattito della condizione attuale e futura del professionista infermiere e del suo agire professionale, dibattito che investe sia il mondo sindacale che quello ordinistico.
 
A tal proposito sarebbe utile capire quanto sia rilevante e pertanto urgente questo dibattito per la Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche e di riflesso le organizzazioni sindacali dell'area comparto, in che forme si pensa di avviare (o riprendere) questo percorso, in virtù della costituzione degli Ordini professionali da ex collegi Ipasvi, della mancata attuazione del comma 566 della legge di stabilità del 2015 e di un modello di sviluppo del corpus infermieristico che ad oggi non ha visto alcun seguito rilevante né nei percorsi universitari e né nei CCNL sottoscritti da quelle stesse organizzazioni sindacali a cui spetta il confronto con l'Aran.
 
Saranno avviati tavoli e percorsi comuni tra Fnopi e Organizzazioni Sindacali nel rispetto ognuno delle rispettive prerogative istituzionali? O continueremo ad assistere ognuno alla produzione di istanze che si areneranno nel calderone delle proposte più per il loro fascino attrattivo che per l'effettivo cambiamento che producono? È come dire "l'attesa del piacere è essa stessa il piacere". Ma per chi?
 
Dott. mag. infermiere Cristiano Domenico Ciro
AOU San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona di SalernoUO Pronto Soccorso


22 novembre 2021
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