La crisi profonda della specializzazione in Medicina d'Emergenza-Urgenza
di Als (Carmine Cecola et al.)
19 NOV -
Gentile Direttore,
è tornato tristemente in auge il tema della carenza dei medici dell'emergenza-urgenza negli ospedali: i pronto soccorso restano sempre più carenti di specialisti, con il prevedibile risultato di avere uno dei servizi fondamentali del nostro sistema sanitario nazionale, ovvero la gestione dei pazienti che si recano in PS con stati acuti di malattia, non a livelli degni di un Paese occidentale.
Tale carenza ha più colpevoli. Il medico che sceglie d'intraprendere la strada della medicina d'emergenza-urgenza è un medico che sa bene che dovrà essere “un medico in prima linea” con il costante rapporto con il paziente, con la perenne minaccia di denunce, con la consapevolezza che una sua scelta medica è fondamentale nella gestione clinica successiva e nel follow-up.
Come associazione italiana maggiormente rappresentativa dei medici in formazione specialistica, inclusi gli specializzandi in emergenza-urgenza, abbiamo analizzato l’entità dei finanziamenti per formare gli “specialisti urgentisti” del domani : un finanziamento cospicuo. Non possiamo che rendere merito al Ministro Speranza ed al Governo per lo sforzo nel finanziare 1152 contratti statali, che equivalgono a 147 milioni di euro poiché ogni contratto corrisponde a 128mila euro spalmati per 5 anni.
Abbiamo infine calcolato l'entità dei contratti di medicina d'emergenza-urgenza non assegnati durante l'ultimo concorso di specializzazione. I dati riportati nella tabella sottostante sono impietosi: oltre la metà dei contratti finanziati (il 54,3%) risulta ad oggi non assegnato e la quasi totalità di essa non verrà assegnata in futuro. Non vi è nessun gradiente regionale nord-sud o un gradiente di efficienza universitaria: l’emorragia tocca tutte le realtà universitarie a tutte le latitudini. Con queste cifre, non avremo solo una “cronicizzazione” della carenza di medici dell'emergenza-urgenza ma assisteremo ad un vero e proprio svuotamento dei pronto soccorso e già nei prossimi mesi in molte regioni gli specializzandi di emergenza-urgenza al primo anno si conteranno sulle dita di una mano: nel Friuli-Venezia Giulia, la regione in cui ad oggi vi è un picco di contagi, potrà contare di soli 3 neo specializzandi sui 49 previsti. Dei 147 milioni di euro finanziati, non saranno utilizzati per mancata assegnazione ben 80 milioni.
Stranamente e paradossalmente non vi è un “problema di finanziamenti” o di programmazione degli ingressi a medicina: il vero problema a nostro avviso è l'inquadramento del contratto di formazione medica che crea una ingente disaffezione verso la scuola di specializzazione in medicina d'emergenza-urgenza, insieme ad altre realtà come la patologia clinica o l’anestesia-rianimazione.
L'attuale specializzando in medicina d'emergenza-urgenza (MEU) è un giovane medico, vincitore di concorso nazionale, che non firma un contratto di lavoro a tutti gli effetti, ovvero incardinato nel CCNL, ma un contratto di borsa di studio universitaria incardinata in una legge, la 368 del 1999, che in 22 anni non ha subito sostanziali modifiche. Lo specializzando MEU percepisce una indennità mensile di borsa di studio di 1650€ i primi due anni e 1710€ gli ultimi tre anni , al lordo delle tasse universitarie annuali quantizzabili in media di 200€ mensili. Essendo egli “un medico vincitore di borsa di studio formativa universitaria”, a differenza dei dirigenti medici
· Non ha diritto a straordinari, nonostante quasi tutti eccedano il monte ore mensile.
· Non ha diritto a indennità di esclusività, nonostante abbia in pratica solo incompatibilità eccezion fatta per guardie mediche e sostituzioni mmg.
· Non ha praticamente nessuna equipollenza, nonostante altre scuole che durano 1 anno in meno, come ad esempio geriatria, siano equipollenti a MEU. In pratica, un geriatria può lavorare in PS ma non il contrario.
· Alla pari dei dirigenti medici, può e viene sistematicamente denunciato e malmenato dai pazienti.
Se non si mette mano all’inquadramento dei medici in formazione specialistica assisteremo a una vera e propria estinzione della figura dello specialista d'emergenza urgenza. Le iniziative urgenti a nostro avviso da intraprendere sono le seguenti:
· Cambio d’inquadramento del medico in formazione specialistica, evolvendo la sua figura da vincitore di borsa di studio universitaria post-laurea a medico in formazione assunto con contratto ad hoc incardinato nel CCNL.
· Garanzia, alla pari del dirigente medico, dei più elementari diritti del lavoro come ferie, malattie, monte ore, straordinari, trasferimenti inter-scuola, ricongiungimento familiare, congedi.
· Indennità di medico in formazione equiparata ai colleghi medici europei in formazione.
· Ottimizzazione delle incompatibilità e delle equipollenze.
· Incremento delle tutele per i medici contro aggressioni e “crociate giudiziarie”.
· Favorire la formazione anche nei PS non universitari.
· Incentivare l'ingresso nel mondo del lavoro con contratti a tempo indeterminato e non "contratti atipici"per gli specialisti neolaureati .
Finanziare contratti di specializzazione senza modificare l'inquadramento del medico in formazione specialistica non porterà a nessun miglioramento della già grave situazione. Non lo chiediamo solo noi rappresentanti di ALS ma ben 4000 giovani medici che hanno sottoscritto la nostra
proposta di riforma della formazione medica.
La copertura economica, se mai ce ne fosse bisogno, è in buona parte coperta dagli 80 milioni già stanziati che non verranno utilizzati. Ora occorre la volontà politica di riformare il Sistema delle specializzazioni.
Carmine Cecola, Andrea Costantino, Demetrio Crea, Antimo Di Martino, Nicola Guareschi, Alberto Guarnaccia, Rinaldo Miceli, Federico Moro, Antonio Libonati, Giammaria Liuzzi, Massimo Minerva, Alexia Quaranta, Ermelinda Pagliaro, Gian Marco Petrianni, Giorgio Robuffo, Santo Simone Rustica, Angela Rita Bianco, Livio Tarchi, Lucrezia Trozzi, Guido Santini, Daniela Atzeni, Manuel Santu, Marco Tarroni, Roberto Tozzi
Rappresentanti Associazione ALS
19 novembre 2021
© Riproduzione riservata
Altri articoli in Lettere al direttore