I “Primi 1000 giorni”: avere a cuore la salute del bambino
I primi mille giorni sono fondamentali per la salute del bambino, perché ciò che avviene in questo lasso di tempo può avere effetti che si ripercuotono nel corso di tutta la vita. Da qui il progetto finanziato dal Ccm per offrire una risorsa importante per disporre di dati sugli effetti delle esposizioni ambientali in questo periodo e sui potenziali meccanismi di mediazione epigenetica coinvolti, in modo da pianificare interventi di prevenzione a livello di sanità pubblica
17 MAR - Nell'ambito di un progetto di ricerca finanziato dal Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (CCM) del Ministero della Salute, in collaborazione con diversi enti, nasce
I Primi 1000 Giorni, uno spazio di informazione rivolto a genitori, cittadini, decisori, pediatri e ricercatori per comprendere gli effetti dell’esposizione ambientale nei primi mille giorni di vita sulla salute dei bambini e per sottolineare l’importanza di crescere in contesti di vita sani.
Sapevate che l’esposizione precoce all’inquinamento atmosferico agisce anche a livello epigenetico, con possibili effetti che persistono nel corso dell’infanzia e della vita adulta? Quali sono gli effetti protettivi del verde urbano sulla salute dei bambini? Perché è importante puntare sulla gravidanza per migliorare lo stile di vita rispetto al fumo? Perché sono così importanti i primi 1000 giorni di vita del bambino?
A rispondere a queste e altre domande ci pensa proprio il progetto I Primi 1000 giorni, attraverso il suo sito, con sezioni dedicate e molto altro.
I
primi mille giorni sono fondamentali per la salute del bambino, perché ciò che avviene in questo lasso di tempo può avere effetti che si ripercuotono nel corso di tutta la vita. Questo progetto è quindi una risorsa importante per disporre di dati sugli effetti delle esposizioni ambientali in questo periodo e sui potenziali meccanismi di mediazione epigenetica coinvolti, in modo da pianificare interventi di prevenzione a livello di sanità pubblica.
“Il periodo che va dal concepimento alla fine del secondo anno di vita, è particolarmente critico nel caso di esposizione a inquinanti ambientali”, commenta
Luca Ronfani dell’I.R.C.C.S. materno infantile Burlo Garofolo e referente scientifico del progetto. “In questo progetto ci siamo concentrati sul fumo di sigaretta e sull’inquinamento atmosferico, ovvero l’immissione nell’aria di sostanze inquinanti legate ai trasporti, al traffico autoveicolare, al riscaldamento domestico e ovviamente anche alle emissioni industriali che vanno ad aggravare la situazione. Quindi parliamo di sostanze inquinanti come il Particolato atmosferico, ma anche altre sostanze tipo il biossido di azoto o l’ozono”.
Per caratterizzare l’esposizione a questi inquinanti ambientali durante i primi 1000 giorni e valutare gli effetti sulla salute delle donna e del bambino, hanno avuto un ruolo molto importante i dati dello studio di coorte di nati
Piccolipiù, costituita da più di 3.000 donne e bambini arruolati in 5 città italiane. “Le informazioni raccolte in questo studio” spiega
Daniela Porta, del Dipartimento di Epidemiologia del SSR del Lazio, centro coordinatore dello studio, “ci hanno permesso di misurare in maniera precisa l’esposizione al fumo di sigaretta e agli inquinanti atmosferici grazie a sofisticati modelli statistici sviluppati dal Dipartimento di Epidemiologia, ma anche di individuare possibili fattori di protezione. Infine, grazie alla banca biologica costituita con i campioni di sangue raccolti al momento della nascita presso l’Istituto Superiore di Sanità, è stato possibile eseguire innovativi studi di epigenetica in collaborazione con l’Università di Torino, che è uno dei centri partecipanti allo studio.”.
Parallelamente sono state effettuate delle revisioni della letteratura scientifica (https://millegiorni.info/documenti-scientifici ), che “hanno confermato che l’esposizione precoce agli inquinanti ambientali e ad alcune sostanze tossiche nei primi 1000 giorni, e in particolare durante la gravidanza, comporta degli esiti importanti per la salute del bambino, aumentando ad esempio il rischio di alcuni esiti neonatali, come il parto prematuro e il basso peso alla nascita, ma anche problemi respiratori quali l’asma bronchiale, ed il neurosviluppo del bambino.”.
Il sito, come detto, nasce per restituire ai diversi target i risultati del progetto di ricerca, ma anche per proporre strumenti utili a
promuovere cambiamenti in grado di generare salute ai genitori (
https://millegiorni.info/per-i-genitori/) e a tutti coloro che si occupano dei bambini nei primi 1000 giorni.
Se da un lato vengono approfonditi i comportamenti individuali che possono migliorare la salute, dall’altro si mira a offrire ai ricercatori, alle società scientifiche, a singoli pediatri e agli operatori sanitari, che lavorano a contatto con le donne e i bambini,un punto di partenza per un’azione congiunta e partecipata da tutti gli stakeholder coinvolti per costruire contesti di vita più salutari. Gli interventi che possono ridurre l’inquinamento atmosferico e migliorare la salute degli individui devono necessariamente combinare cambiamenti nei comportamentali individuali con interventi basati su politiche nazionali e regionali e sulle infrastrutture: dalla costruzione di piste ciclabili allo sviluppo di spazi verdi nelle aree urbane.
I primi mille giorni sono determinanti per la nostra salute, il nostro benessere; influenzano la nostra vita, creando le basi per quel che sarà. Purtroppo le evidenze ci dicono che non tutti i bambini hanno le medesime opportunità di crescere nella maniera migliore, per via di tanti fattori, da quelli economico-sociali a quelli ambientali, ma proprio per questo è un dovere di tutti fare qualcosa di pratico per ridurre il più possibile queste disuguaglianze, e il progetto I primi 1000 giorni è senza dubbio una base solida da cui partire.
Se volete scoprire di più riguardo il progetto I primi 1000 giorni potete dare uno
sguardo al sito dedicato.
Tiziano Costantini
Dipartimento di Epidemiologia SSR Lazio
17 marzo 2021
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