Covid e scuola. Bartoletti (Omceo Roma): “I test rapidi non bastano senza un’organizzazione adeguata”
Per il vicepresidente dell’Ordine e segretario Fimmg Roma con l’apertura delle scuole gli studi medici sono sotto pressione inoltre c’è una grande confusione legata alle pratiche burocratiche per gli insegnanti: “c’è chi chiede di essere certificato come inabile o inidoneo al lavoro per alcune patologie, ma questa decisione non compete a noi, ma al medico della scuola”
17 SET - “Con l’apertura delle scuole, gli studi medici sono sotto pressione. C’è un aumento generale di richieste di tamponi e una grande confusione legata alle pratiche burocratiche per quanto riguarda gli insegnanti. C’è chi chiede di essere certificato come inabile o inidoneo al lavoro per alcune patologie, ma questa decisione non compete a noi, ma al medico della scuola. È l’aspetto più complicato perché genera infinite discussioni”.
È quanto ha dichiarato alla agenzia
Dire, il vicepresidente dell’Ordine dei medici di Roma e provincia e segretario provinciale della Fimmg Roma,
Pier Luigi Bartoletti.
Il generale incremento di casi positivi e di ricoveri a Roma - che ricalca quanto sta avvenendo a livello nazionale - non preoccupa Bartoletti: “Finora la situazione è rimasta sotto controllo. Noi siamo stati bravi a testare e tracciare i vacanzieri, mentre negli altri Paesi tutto questo non avveniva. Adesso però bisogna vedere cosa accadrà con le scuole. Un aumento è inevitabile, pensare il contrario sarebbe un’illusione. La cosa importante è che l’incremento avvenga in maniera graduale”.
Presto arriverà il test super-rapido che in dodici minuti è in grado di misurare carica virale e anticorpi. “Senza avere un’organizzazione adeguata - spiega Bartoletti - capace di gestire l’aumento di tutti i casi febbrili, anche quelli non covid, capace di fare diagnosi, dialogare con gli ospedali e gestire a domicilio i malati, non ci facciamo molto con i test rapidi. Non basta un elemento per fare un intero sistema”.
Lo stesso discorso vale per le vaccinazioni antinfluenzali: “Se tutto rimane così, problemi non ne vedo. Ma se i casi iniziano ad aumentare velocemente, se risale l’ansia nelle persone, saranno necessarie soluzioni diverse. Non immagino da noi vaccinazioni eseguite al drive-in”.
17 settembre 2020
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