Zingaretti e D’Amato: “Nel Lazio 123 casi Covid ogni 100mila abitanti, uno dei tassi più bassi d’Italia. Ma virus non è sconfitto”
Prudenza la parola chiave della relazione che il presidente della Regione ha tenuto in Consiglio regionale. E anche orgoglio perché “su 6 milioni di cittadini abbiamo a oggi 7.250 contagiati, una percentuale molto al di sotto della media nazionale”. Per Zingaretti questo risultato è attribuibile a tre fattori: "La valorizzazione delle qualità medico scientifiche sul nostro territorio; la tempestività e la collaborazione”. Annunciata la riapertura generale delle attività da lunedì. Ma come ha ribadito anche l'assessore D'Amato, “non abbiamo sconfitto il virus. Serve il massimo rigore possibile”.
15 MAG - “Non abbiamo sconfitto il virus, dobbiamo vivere questa fase, quella della riapertura graduale, con il massimo rigore possibile, tenendo l’epidemia sotto controllo. La priorità adesso è intercettare rapidamente i casi e isolarli”. Lo ha detto ieri in Consiglio regionale del Lazio, il presidente della Regione,
Nicola Zingaretti, che ha ripercorso le tappe della pandemia, con particolare riferimento ai provvedimenti presi nel territorio del Lazio, sia dal punto di vista strettamente sanitario, che da quello economico. Prudenza è stata la raccomandazione espressa anche dall'assessore alla Sanità,
Alessio D’Amato.
Nel corso del dibattito sono intervenuti 28 consiglieri, di tutti i gruppi. Diversi gli accenti: “Se da parte della maggioranza c’è stato un generale apprezzamento per l’azione di governo della Regione - riferisce una nota di fine giunta -, i consiglieri di Fratelli d’Italia e della Lega hanno centrato l'attenzione soprattutto sul tema delle mascherine non consegnate, chiedendo a più riprese le dimissioni dei responsabili. I consiglieri di Forza Italia e del Movimento 5 stelle, sono intervenuti puntando più su critiche per come è stata affrontata l’emergenza e su proposte per fare ripartire l’economia. In particolare la Lega ha chiesto l’istituzione di una commissione di inchiesta sulle mascherine, mentre Fratelli d’Italia una commissione speciale sull’emergenza Covid-19 nel suo complesso”.
Nella sua relazione, Zingaretti ha ripercorso tutte le tappe di questi mesi: “La nostra – ha ricordato – è una Regione a forte vocazione internazionale, ancora a marzo ci sono stati 10 mila voli, con circa 700mila passeggeri. A Roma gravitano ogni giorno più di 4 milioni di persone. Eppure su 6 milioni di cittadini abbiamo a oggi 7.250 contagiati, una percentuale molto al di sotto della media nazionale. Intanto un ringraziamento particolare va all’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato
. Siamo riusciti a contenere il contagio grazie a tre fattori: in primo luogo la valorizzazione delle qualità medico scientifiche che abbiamo nel nostro territorio. Penso innanzitutto allo Spallanzani e al Servizio di prevenzione delle malattie infettive (Seresmi), ma anche alla rete fondamentale dei medici di base; il secondo fattore è stata la tempestività: fin dal 21 gennaio abbiamo presentato le linee guida predisposte dall’assessorato alla Sanità; infine la collaborazione: la task force sulla Covid-19 si riunisce ogni giorno per fare il punto sulla situazione”.
Il presidente ha poi ricordato i numeri attuali della pandemia nel Lazio: “Abbiamo 123 casi ogni 100mila abitanti, uno dei tassi più bassi d’Italia, lo stesso avviene per quanto riguarda il tasso di letalità, al 7,8 per cento, quasi la metà dell’indice a livello nazionale. I ricoveri sono in calo, ora dobbiamo puntare a evitare i cluster familiari, anche potenziando il ricorso alla rete degli alberghi per l’isolamento dei contagiati”.
“Non abbiamo sconfitto il virus – ha spiegato Zingaretti – dobbiamo vivere questa fase, quella della riapertura graduale, con il massimo rigore possibile, tenendo l’epidemia sotto controllo. La priorità adesso è intercettare rapidamente i casi e isolarli. Grazie ai fondi stanziati ieri dal Governo potremo mantenere e potenziare la rete Covid che abbiamo costruito, a partire dai 434 posti letto di terapia intensiva. Siamo stati rapidi, in questi mesi, a istituire le zone rosse a livello comunale. Ove ce ne fosse la necessità dovremo continuare a farlo. Puntare sul territorio: appena superata la fase più critica, abbiamo subito attivato le Unità di continuità assistenziale (Uscar), nei prossimi giorni attiveremo anche l’assistenza proattiva inferimieristica (Api). Abbiamo avviato la più grande indagine sierologica in Italia, 300mila persone, tutto il personale sanitario, le forze dell’ordine, le Rsa. Infine puntare sempre più sulla telemedicina. Dobbiamo ripensare il sistema dell’assistenza agli anziani. L’epidemia ha messo in evidenza quante cose non funzionano: abbiamo aperto le prime due Rsa pubbliche, a Genzano e ad Albano, continueremo a lavorare in questo senso, anche rivedendo il sistema delle case di riposo. Troppe cose non hanno funzionato”.
“Da lunedì cambierà molto – ha annunciato Zingaretti – aspettiamo il nuovo decreto nazionale, ma visto il nostro tasso di contagio noi potremo essere in grado di far ripartire gran parte delle attività ancora chiuse, dal consumo sul posto in bar e ristoranti, a parrucchieri e centri estetici, ai negozi al dettaglio, ai centri commerciali, ai centri sportivi all'aperto. Abbiamo stabilito, con le categorie, un protocollo per ogni settore. Per quanto riguarda la stagione balneare, dobbiamo aspettare: ma dico subito che dovremo pensare anche alle spiagge libere, aiutando i Comuni nella gestione”.
Sul caso delle mascherine, Zingaretti nella sua relazione ha descritto “la situazione drammatica per quanto riguarda l’approvvigionamento dei dispositivi di protezione che abbiamo vissuto nel mese di marzo”. E spiegato che “sui comportamenti delle persone coinvolte nella mancata consegna delle mascherine sta indagando la magistratura alla quale abbiamo assicurato la massima collaborazione. Con la Ecotech è stato stabilito un piano di rientro puntuale dell’anticipo che abbiamo versato: la prima rata è stata onorata, vigileremo perché l’impegno sia rispettato. Abbiamo anche avviato l’escussione delle polizze, il termine scade il 15 maggio. Abbiamo, infine, avviato un’audit per rivedere le procedure: nel prossimo futuro avremo bisogno di strumenti più adeguati per affrontare l’emergenza. Tante persone per bene hanno lavorato senza sosta in questi mesi. Bisogna fare chiarezza, certo. Ma bisogna fare chiarezza anche sulle campagne diffamatorie che hanno seminato inaccettabili veleni, non parlo ovviamente dei consiglieri regionali. La Regione è parte lesa in questa vicenda, lavoreremo per recuperare tutte le somme impegnate”.
Nel suo intervento l’assessore Alessio D’Amato ha voluto ricordare a sua volta i drammatici dati mondiale del coronavirus, come monito a non sottovalutare i rischi. “Centosessantamila morti a livello europeo, otto volte quelli dello sbarco in Normandia. Basta questo dato per avere una dimensione dell’emergenza che stiamo affrontando”. "E quindi quando parliamo di riaperture - ha proseguito - dobbiamo sempre aggiungere in sicurezza. Solo quando ci sarà il vaccino avremo sconfitto il virus. Quindi non può calare l’attenzione. In una pandemia il termine sorte non esiste, esistono invece l’organizzazione e il lavoro”.
“Sarà importante - ha spiegato D’Amato - applicare tutti i protocolli di sicurezza. Dal 25 ripartiranno le attività di specialistica ambulatoriale. Gli hub Covid dovranno rimanere ben saldi, abbiamo più di 1.200 persone ancora ricoverate in queste strutture, va ricordato. Sono ricoveri complessi e lunghi. Non abbiamo mai smesso di dare assistenza a tutti gli altri malati: in questi mesi sono stati effettuati 44 trapianti nel Lazio”. Ma “Il virus non è finito, è una battaglia lunga e non dobbiamo mollare".
15 maggio 2020
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