Ifo. Prima edizione del Quality day: le buone pratiche sotto la lente
La giornata ha visto la presenza di una platea multidisciplinare di professionisti, dagli operatori sanitari, ai ricercatori, agli amministrativi, che si è confrontata sulle esperienze in corso e future sul benessere del paziente, protagonista di ogni progetto e iniziativa. 43 i progetti presentati
12 DIC - La qualità e la sicurezza delle cure sono il riferimento principale per gli Istituti Regina Elena e San Gallicano. L’approccio per migliorare e talvolta cambiare i processi organizzativi, clinici e scientifici segue costantemente il ciclo della qualità. Questo contribuisce ad aumentare la consapevolezza e la responsabilizzazione degli operatori sanitari.
Il
Quality Day, alla sua prima edizione, è stato un momento importante d’incontro, organizzato agli IFO dove una platea multidisciplinare di professionisti, dagli operatori sanitari, ai ricercatori, agli amministrativi, si è confrontata sulle esperienze in corso e future che guardano al benessere del paziente, protagonista di ogni progetto e iniziativa.
La giornata si è svolta all’interno di un percorso continuo di implementazione di progetti complessi che trainano e obbligano a migliorare la qualità: i numerosi accreditamenti secondo standard nazionali ed internazionali (es. Oeci , Euracan,ecc.), l’accesso alle cure attraverso i percorsi e la presa in carico globale della persona, le tecnologie innovative, il Centro Studi di Fase 1, l’implementazione di tecniche d’avanguardia radioterapiche come il Cyberknyfe, e tra le prossime sfide la Protonterapia.
“La qualità non si focalizza sui tempi di attesa, sulla quantità di prestazioni erogate o sugli standard – dichiara
Francesco Ripa di Meana, Direttore Generale IFO – bensì sui processi. Ripensare all’accesso e alla presa in carico globale del paziente attraverso il percorso oncologico e quello chirurgico, significa essere orientati a una qualità del percorso trasversale che non si ferma alla singola prestazione e al singolo atto medico. Il nostro impegno guarda all’ integrazione orizzontale tra professionisti affinché il concetto della adeguata intensità di cura sia associato alla adeguata continuità assistenziale e che i due aspetti siano reciprocamente valutabili. Il paziente più complesso – prosegue Ripa di Meana – ha bisogno di più standardizzazione e anche di maggiore capacità di prendere decisioni fuori dagli standard. E quindi possiamo dire che questa giornata rappresenta un cardine, un punto di passaggio dalla straordinarietà alla ordinarietà della qualità”.
“La multidisciplinarità e la multiprofessionalità – ha detto
Branka Vujovic, Direttore Sanitario IFO e Direttore scientifico dell’evento - sono la strategia vincente per raggiungere con efficacia migliori risultati di salute e consolidarli. Il cambiamento dei processi segue con costanza il ciclo della qualità e contribuisce ad aumentare la consapevolezza e la responsabilizzazione degli operatori sanitari.”
“La qualità dei processi – evidenzia
Gennaro Ciliberto, Direttore Scientifico del Regina Elena - è al centro degli obiettivi strategici dei nostri Istituti. Abbiamo ottenuto nel 2015 il massimo riconoscimento su quattro livelli di classificazione come Comprensive Cancer Center e oggi siamo di nuovo in fase di accreditamento. Ringrazio tutto l’istituto per l’impegno volto a riconfermare a breve l’importante riconoscimento di qualità.”
“Il Quality Day sarà prassi annuale nei nostri Istituti – sottolinea
Aldo Morrone, Direttore Scientifico del San Gallicano – ma il prossimo anno saranno chiamati a presentare le buone pratiche anche i pazienti, i familiari ed i volontari a testimonianza del lavoro che stiamo facendo per l’empowerment e la centralità della persona nella ricerca, prevenzione e cura.”
Silvio Brusaferro, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità ha svolto un excursus di tutte le linee guida, le raccomandazioni e le direttive a livello mondiale, europeo e nazionale che negli ultimi 10 anni hanno radicalmente modificato gli standard organizzativi in un’ottica di sicurezza e qualità delle cure. “La dimostrazione da parte delle strutture sanitarie e delle Regioni degli esiti di cura consente al cittadino di scegliere il posto migliore dove farsi curare e ad amministratori ed operatori di comprendere i problemi ed applicarsi per superarli. La “cassetta degli attrezzi” oggi a disposizione è molto ampia (raccomandazioni, direttive, ecc.), bisogna lavorare pensando ad annullare esiti avversi prima che accadano.”
Le buone pratiche premiate sono:
1° Premio. Strategie di semplificazione della terapia antiretrovirale di HIV a parità di efficacia e tollerabilità per il miglioramento della sostenibilità della spesa del Ssn -
Alessandra Latini Dermatologia-MST ISG e
Felice Musicco, Farmacia e Farmacovigilanza IFO
2° Premio. Laparoscopia di un acquisto”, rifunzionalizzazione dei processi di acquisto del materiale di consumo dedicato alla chirurgia robotica -
D’Incecco Bayard, De Volo Giovanni, Acquisizione Beni Servizi
3° Premio. Implementazione della risposta psicologica dell’ambiente di cura -
Patrizia Pugliese, Servizio di Psicologia
Miglior poster premiati:
· La BBIRE una risorsa chiave per la ricerca traslazionale
Laura Conti, Biobanca IRE
· Telemedicina in Neuroncologia
Andrea Pace Neuroncologia
· La diagnostica non invasiva dermatologica nell'ottimizzazione della gestione clinica dei pazienti oncodermatologici,
Marco Ardigò, dermatologia clinica e
Pasquale Frascione, Dermatologia oncologica San Gallicano
12 dicembre 2019
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