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Malasanità. Magi (Omceo Roma): “Servono azioni concrete contro gli spot ingannevoli che spingono a chiedere risarcimenti infondati”

Vietare per legge il patto quota-lite, sanzionare chi promuove cause temerarie, prevedere il risarcimento del danno al medico accusato ingiustamente”. Queste alcune delle soluzioni proposte dal presidente dell’Omceo Roma in occasione di un convegno promosso dalla Asl Rm1 sulla reponsabilità professionale.

25 OTT - “Malasanià, denunciandola la combatti, fatti risarcire, rivolgiti all’agenzia di zona”; “Ti senti da solo contro i più forti? Proteggiti con noi, denuncia la malasanità!”; “Tutela legale malato: se pensi di aver subito un e danno derivante da casi di malasanità contattaci subito, zero spese di anticipo, pensiamo a tutto noi”. E ancora “Vittima di errore medico? Contattaci, hai dieci anni per ottenere un risarcimento!”. Questi sono alcuni claim pubblicitari in cui è facile imbattersi sfogliando un giornale, girando per le strade delle nostre città o guardando la televisione. In sostanza si tratta di inviti a fare causa ad una struttura o ad un medico qualora si ritiene di aver subito un danno derivante dalla cosiddetta “malasanità”. Pubblicità che, come più volte denunciato dai medici, lucrano sul dolore delle persone. Contro questo fenomeno, secondo residente dell’Ordine dei Medici e Odontoiatri della provincia di Roma, Antonio Magi, servono dalla politica soluzioni concrete.


“Vietare la pubblicità ingannevole, vietare per legge il patto quota-lite, sanzionare chi promuove cause temerarie, prevedere il risarcimento del danno al medico accusato ingiustamente”, queste alcune delle proposte avanzate da Magi nel suo intervento al Convegno sulla “Gestione della responsabilità professionale in un’azienda sanitaria a due anni dall’entrata in vigore della legge Gelli”, organizzato dall’Asl Roma 1.    

Il presidente del’Omceo Roma ha ricordato le iniziative messe in campo dalla Fnomceo e dall’Omceo proprio per contrastare questo fenomeno. Tra queste l’accordo tra Omceo e Ordine degli avvocati capitolini per frenare le richieste di risarcimento infondate, firmato lo scorso giugno, e le campagne che la Federazione nazionale dei medici ha promosso per mettere in guardia contro le “bufale” sul web e i consigli di “Dr Google”.

Parlando di pubblicità ingannevoli e di società “spregiudicate” che spingono i malati (o i loro congiunti) a chiedere risarcimenti per ipotetici interventi medici malriusciti, Magi ha ricordato come tutto questo si riverberi in costi per il Ssn (la medicina difensiva) e in costi per la giustizia (con migliaia di cause, sia civili che penali, che a stragrande maggioranza si risolvono in un nulla di fatto).

Il fenomeno, ha ribadito Magi, è però difficile da eradicare specie in quelle aree del Paese, in particolare nel mezzogiorno, dove la causa contro il medico o la struttura, in tempi di crisi, è vista come una possibilità di welfare. Da qui la richiesta alla politica di mettere in campo quei provvedimenti atti a “vietare la pubblicità ingannevole, vietare per legge il patto quota-lite, sanzionare chi promuove cause temerarie, prevedere il risarcimento del danno al medico accusato ingiustamente”.

25 ottobre 2019
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