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Roma. Pediatri su incendio impianto rifiuti al Salario: “Impianto è pericoloso e va chiuso”

"Respirare le sostanze prodotte da questi impianti di trattamento di rifiuti urbani determina effetti acuti sulle vie respiratorie e sul sistema cardiovascolare, ma anche effetti a lungo termine. L'impianto per il trattamento meccanico-biologico dei rifiuti rappresena di per sé una emergenza ambientale del territorio. Impianti di questo genere non possono insistere in zone cittadine e ad alta densità abitativa, soprattutto vicino ad asili". Così in una nota il gruppo “pediatri per un mondo possibile” dell’Associazione Culturale Pediatri Lazio.

15 DIC - Nei giorni scorsi è scoppiato un incendio nello stabilimento di trattamento meccanico-biologico dei rifiuti (TMB) in via Salaria 981, alla periferia nord-orientale di Roma. L’incendio è sotto controllo ma una densa nuvola di fumo maleodorante ha avvolto la zona, per cui il Campidoglio ha invitato la popolazione a tenere chiuse le finestre, evitando attività all'aperto e la consumazione di prodotti coltivati nella zona.
 
Misure precauzionali necessarie, ma di effetto limitato, se consideriamo che la combustione ha diffuso diossine e polveri così sottili, il particolato fine, da superare facilmente queste barriere. Il gruppo “pediatri per un mondo possibile” (Pump) dell’Associazione Culturale Pediatri (Acp) Lazio ha espresso grande preoccupazione per la salute delle persone esposte e in particolare dei bambini e delle donne in gravidanza che vivono nella zona circostante il TMB, perché sono le categorie più fragili e sensibili all’inquinamento.
 
"Respirare le sostanze prodotte da questi impianti di trattamento di rifiuti urbani determina, come già noto, effetti acuti sulle vie respiratorie e sul sistema cardiovascolare, ma anche effetti a lungo termine, come riportato dallo studio Sespir del 2014, che descrive ripercussioni sulla qualità di vita dei cittadini e sui bambini in conseguenza della esposizione delle donne in gravidanza. Insieme ai Mmg e ai Pdf dell’ Asl RM 1 ex distretto 4, che già nei mesi passati e prima del rogo, avevano recepito i disagi delle famiglie e avevano manifestato la loro preoccupazione per gli effetti dell’impianto sulla salute dei bambini, posizionato tra l’altro a 150 mt da un asilo nido, riteniamo che il TMB rappresenti una emergenza ambientale del territorio. Impianti di questo genere non possono insistere in zone cittadine e ad alta densità abitativa, soprattutto vicino ad asili: devono essere chiusi, come da tempo chiedeva giustamente la cittadinanza", spiegano i "pediatri per un mondo possibile".
 
"In accordo con le norme comunitarie inoltre, è essenziale ridurre i rifiuti prodotti, aumentare la raccolta differenziata e puntare con decisione al recupero di materia da reintrodurre nei cicli produttivi, abbandonando definitivamente e completamente l’incenerimento dei rifiuti per le sue gravi conseguenze ambientali e sanitarie. Si sottolinea inoltre che il TMB non fornisce un’alternativa alla raccolta differenziata a causa della bassa qualità dei materiali estratti e della destinazione finale degli stessi, in gran parte orientata alla discarica o all’incenerimento. La raccolta differenziata stessa, laddove è stata effettivamente implementata, ha anche portato a notevole risparmio economico, ma il risparmio più grande si avrebbe migliorando la qualità dell’aria che respirano i cittadini e di conseguenza la loro qualità di vita e la loro salute; questo deve essere il principale obiettivo da perseguire", conclude la nota.

15 dicembre 2018
© Riproduzione riservata

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