Asl Roma 3. Fp Cgil: “Portato via uno strumento sanitario fondamentale da via Ramazzini. Basta indebolire il territorio”
Il sindacato denuncia come sia “stato portato via dall’ambulatorio di via Ramazzini l’unico uroflussometro disponibile per l’intera Asl, il primo test di screening per patologie prostatiche ostruttive. Un apparecchio dal costo irrisorio (tra i 4.000 e i 2.000 euro) che l’Azienda usa da 4 anni e viene utilizzato due volte a settimana per circa 1200 pazienti l’anno. La ditta, in attesa di pagamento, ha deciso di ritirarlo”
22 NOV - “Continuiamo a denunciare il grave stato dei servizi territoriali nei distretti della Asl Roma 3. Il bacino è enorme: 600.000 abitanti divisi tra il Comune di Fiumicino e i Municipi X XI e XII di Roma Capitale. Una popolazione sempre più anziana e quindi una maggiore richiesta di servizi, configge con una carenza ormai drammatica di organico. Gli attuali direttori, generale e sanitario, non sembrano prestare particolare attenzione alla tenuta dei servizi territoriali e alla risoluzione di problematiche anche non complesse: oggi l’ennesimo esempio, relativo alle attività di medicina specialistica”. È quanto afferma in una nota la
Fp Cgil Roma e Lazio che rivela come sia “stato portato via dall’ambulatorio di via Ramazzini l’unico uroflussometro disponibile per l’intera Asl, il primo test di screening per patologie prostatiche ostruttive. Un apparecchio dal costo irrisorio (tra i 4.000 e i 2.000 euro) che l’Azienda usa da 4 anni e viene utilizzato due volte a settimana per circa 1200 pazienti l’anno. La ditta, in attesa di pagamento, ha deciso di ritirarlo”.
“È facile – prosegue il sindacato - intuire i disagi alla cittadinanza, su visite già da tempo prenotate e su futuri interventi. A oggi, le prime prenotazioni disponibili sarebbero a marzo 2019. Un esempio emblematico delle difficoltà che sta incontrando l’intera sanità pubblica laziale.
“La Fp Cgil di Roma e Lazio è da sempre a difesa della sanità pubblica e della sua universalità. Indispensabile che si inizi a uscire dall’emergenza e che si torni a programmare adeguatamente i servizi anche non emergenziali. Date le dimensioni del bacino, il direttore sanitario non può sottovalutare nessun aspetto che aggravi una situazione di per sé già critica in termini di personale e risposte all’utenza. Ci batteremo, come sempre, per la difesa ed il rilancio dei servizi territoriali, che garantiscano cure accessibili, costi sostenibili e prevenzione della salute”.
22 novembre 2018
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