Niente RX, solo Tac e Rmn? Dalla Fials una proposta senza senso
29 SET -
Gentile Direttore,
a seguito della pubblicazione, dell’articolo
Liste d’attesa. Per la Fials di Roma si fanno troppe Rx inutili. Meglio eliminarle e fare solo Rmn o Tac, mi preme fare alcune doverose precisazioni sull’argomento in qualità di esperto della materia e di rappresentante istituzionale. Infatti, avendo una precisa estrazione formativa, sono solitamente abituato a ragionare per evidenze scientifiche e non di certo per sentito dire, soprattutto quando si parla di argomenti così delicati come quelli che coinvolgono la salute dei cittadini.
Mi piacerebbe quindi, in primis, chiedere a Fials Roma di poter visionare l’indagine richiamata nel sopra citato articolo, secondo la quale, senza alcun dato oggettivo riportato, si fanno troppe rx inutili, meglio fare solo Rmn o Tac.
Mi chiedo se qualcuna delle persone che ha effettuato questa indagine conosca il significato di termini come appropriatezza prescrittiva o principio di giustificazione delle indagini radiologiche. Perché è di questo che nella realtà si parla, ovvero di trovare il modo di modificare il sistema per aumentare l’appropriatezza prescrittiva, anche attraverso un’applicazione più omogenea e rigorosa del principio di giustificazione.
Come si può proporre di sostituire, la radiologia convenzionale con la TC o la RMN senza alcun criterio scientifico e, unicamente, sulla base di espressioni come le Rx eseguite nell’ultimo anno si sono rivelate obsolete nella quasi totalità dei casi e si è reso necessario accompagnarle con un esame ulteriore, più accurato e dettagliato, ossia la Rm?
In questa indagine, ci si è chiesti se gli ulteriori e più accurati esami siano stati eseguiti perché i primi non sono stati dirimenti o, invece, come normale prosecuzione dell’iter diagnostico del paziente? Ci si è chiesti, sempre nella stessa indagine, quante procedure di radiologia convenzionale abbiano richiesto indagini più approfondite solo perché richieste in modo inappropriato? Ci si è chiesti inoltre quante delle indagini, sia di radiologia convenzionale sia di TC o RMN, non sarebbero nemmeno state da eseguire perché palesemente inutili e, vista l’esposizione a radiazioni ionizzanti (RX e TC), potenzialmente pericolose?
Spostando ora il focus della trattazione su di un piano prettamente organizzativo-gestionale, mi viene naturale chiedermi se davvero si abbia chiaro cosa si intende per ottimizzazione dei servizi assistenziali, così come letteralmente riportato nell'articolo di cui sopra.
Davvero è così semplice pensare di risolvere i problemi delle liste di attesa togliendo il personale TSRM dalle diagnostiche convenzionali e riassegnandolo alle TC alle RM? Mi chiedo, a questo punto, per quali motivi vengano pagati Dirigenti delle Professioni Sanitarie e Direttori di Unità Operative se non riescono nemmeno a mettere in pratica soluzioni così immediate e funzionali al sistema.
E le apparecchiature dove andiamo a trovarle? Con quali fondi? Perché quelle presenti mi sembra già lavorino a ritmi serrati con carichi di lavoro spesso al di sopra delle reali possibilità. O forse, più semplicemente, si pensa di aumentarne l'orario di apertura? Potrebbe anche essere un'idea, ma proseguiamo ancora un momento.
Nella proposta di FIALS Roma qualcuno si è posto il problema dell'aumento della dose erogata alla popolazione? Perché, da quello che mi risulta, mi sembra che tutto il mondo scientifico e anche politico stia sempre più ponendo l'attenzione sulla limitazione delle dosi.
Basti pensare che la Direttiva Europea 2013/59, in via di recepimento anche in Italia, trova il suo principale fondamento nel tentativo di regolamentare la sempre maggiore esposizione medica derivante dal costante progresso tecnologico in ambito di apparecchiature diagnostiche (in particolare le TC di moderna realizzazione).
E, per chi non lo sapesse con precisione trovo corretto ricordare che l'esecuzione di una TC espone il paziente a una dose assorbita fino a 250 volte superiore a quella di una semplice radiografia convenzionale.
Va oltremodo ricordato che "abbandonare una pratica di fine 800", come é stata definita la radiologia convenzionale sempre nello stesso articolo, non comporterebbe nessun risparmio in termini di riposo biologico per il personale TTSRM in quanto il comma 1 dell'art. 5 della legge 724 del 23 dicembre 1994 recita testualmente: "A partire dal 1° gennaio 1995 il congedo ordinario aggiuntivo di quindici giorni spetta ai tecnici sanitari di radiologia medica e ai medici specialisti in radio-diagnostica, radio-terapia, medicina nucleare e a quanti svolgono abitualmente la specifica attività professionale, in zona controllata".
Mi permetto quindi di concludere consigliando a chiunque intenda trovare dei mezzi per ottimizzare la spesa pubblica sanitaria e il SSN in toto, di avere sempre l'accortezza di interpellare i cultori della materia e i professionisti addetti prima di avanzare ipotesi.
Al Ministro Grillo andrebbe portata una proposta sullo specifico argomento, ma che dovrebbe essere quella di migliorare l’appropriatezza prescrittiva e il livello di giustificazione delle indagini radiologiche, in un'ottica di razionalizzazione della spesa, di abbattimento delle liste di attesa e di diminuzione delle esposizioni inutili e potenzialmente dannose.
Dott. Claudio Dal Pont
Presidente dell’Ordine dei TSRM e PSTRP di Roma
29 settembre 2018
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