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Tumore al seno. Asl Latina illustra i punti di forze del Pdta

Con circa 350 casi diagnosticati ogni anno  il tumore della mammella è la neoplasia più frequente nelle donne nella provincia di Latina (27% di tutti i tumori maligni). Nel Pdta dell'Asl Latina una particolare attenzione è stata posta all' umanizzazione delle cure e alla comunicazione tra medico e paziente.

11 MAG - “La complessità del percorso di diagnosi e cura del tumore della mammella rende necessario un approccio multidisciplinare ed il coinvolgimento di più strutture per prevenire il rischio di una frammentazione dell'iter assistenziale, con conseguente ripercussione dell'offerta qualitativa”. Ad evidenziarlo è la Asl di Latina in una che fa il punto sul Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (Pdta) per il tumore al seno nella stessa Asl.
 
Con circa 350 casi diagnosticati ogni anno  il tumore della mammella è la neoplasia più frequente nelle donne nella provincia di Latina (27% di tutti i tumori maligni), spiega la Asl evidenziando come “malgrado importanti progressi scientifici abbiano contribuito al miglioramento delle possibilità di guarigione e della qualità di vita, questa neoplasia rimane ad elevato impatto socio sanitario”.  

La definizione di un Pdta  rappresenta il perno su cui ruotano gli interventi trasversali delle diverse professionalità e specificità cliniche il cui coordinamento logistico e temporale è fondamentale per la reale presa in carico della donna durante tutta la sua malattia. “La realizzazione del percorso, nato nell'ambito di una più ampia progettualità aziendale che prevede un impostazione della governance sanitaria fondata su processi e percorsi, ha previsto momenti di incontro e riflessione tra tutti gli operatori coinvolti nell'iter assistenziale, coordinati da professionisti che  hanno sviluppato competenze nella metodologia di progettazione dei percorsi”, spiega la Asl.

Una particolare attenzione è stata posta all' umanizzazione delle cure e alla comunicazione tra medico e paziente. “La donna è coinvolta in prima persona nelle scelte diagnostico terapeutiche: vengono infatti condivise con lei le opzioni  di trattamento, tenendo conto della sua età biologica, delle caratteristiche cliniche, attraverso un processo di partecipazione informata”.

Un ruolo fondamentale viene attribuito al Medico di Medicina Generale “che rappresenta un punto di riferimento per la donna e un elemento di raccordo con i professionisti dell’Unità Clinica Multidisciplinare e i servizi territoriali, dalla diagnosi precoce al trattamento e al follow up della malattia”. “Determinate” è, inoltre, per la Asl, “la definizione di un sistema di valutazione che attraverso indicatori multidimensionali permette di verificare l'efficacia del percorso stesso superando l'autorefenzialità di un sistema sanitario che deve rendere conto al cittadino delle sue attività”.

11 maggio 2017
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