Lavra e Pollifrone (Omceo Roma) a Regione: “A rischio attività studi medici e odontoiatrici per aggiornamento catastale”
Secondo i presidenti di Ordine e Albo odontoiatri di Roma la Regione sta chiedendo un cambio di destinazione d'uso delle unità immobiliari che ospitano attività di studio professionale nella Capitale, con esplicito riferimento ai soggetti che operano prima dell'entrata in vigore del Regolamento regionale in materia sanitaria numero 2/2007.
28 APR - Studi medici e odontoiatrici di Roma in allarme per la richiesta da parte della Regione Lazio di aggiornare la categoria catastale per gli immobili non in linea con le destinazioni d'uso previste dall'Agenzia delle Entrate.
A sollevare la questione sono il presidente dell'Ordine dei medici chirughi e degli odontoiatri di Roma,
Giuseppe Lavra, e il presidente della Commissione Albo odontoiatri dell'Omceo capitolino,
Brunello Pollifrone.
In sostanza, la Regione sta chiedendo un cambio di destinazione d'uso delle unità immobiliari che ospitano attività di studio professionale nella Capitale, con esplicito riferimento ai soggetti che operano prima dell'entrata in vigore del Regolamento regionale in materia sanitaria numero 2/2007.
Il rischio per i medici – sottolineano dall’Ordine - è quello di vedersi negare l'autorizzazione all'esercizio dell'attività della struttura, nel caso in cui la documentazione richiesta non venisse presentata entro trenta giorni dal ricevimento della raccomandata spedita dalla Regione Lazio.
Oltretutto, sostengono dall'Omceo in una lettera indirizzata all'Ente, si tratta di un "mutato orientamento" dell'amministrazione regionale, in contrasto con la nota regionale 405928 del 14 luglio 2014 in cui "considerati i disagi economici e lavorativi per i medici", si stabiliva il mantenimento "della destinazione d'uso e della categoria catastale attribuite in precedenza".
Infatti per i medici diventerebbe impossibile in molti casi effettuare l'aggiornamento catastale richiesto, per le altissime cifre economiche necessarie al procedimento, ma soprattutto a causa dell'incompatibilità del tessuto urbanistico del Comune di Roma: il piano regolatore, infatti, ha un regolamento che nel centro storico vieta la trasformazione degli immobili in uffici e nelle altre aree gli studi non possono trovare spazio oltre il primo piano di un immobile. Inoltre bisogna considerare che moltissimi medici e odontoiatri non sono proprietari degli immobili in cui svolgono la loro attività, e un eventuale cambio di destinazione d'uso potrebbe indurre i locatori a chiedere la rescissione del contratto di affitto.
Lavra auspica quindi "un incontro con le istituzioni visto che l'obiettivo comune deve essere la salvaguardia dei lavoratori, dobbiamo trovare il modo di superare le difficoltà con cui i professionisti si stanno scontrando.
Proprio per sollecitare una soluzione, sabato 13 maggio, ci sarà una manifestazione che mette insieme l'Ordine dei medici, degli ingegneri, degli architetti e degli avvocati di Roma, oltre ad altri numerosi ordini professionali in tutta Italia. Un'occasione- conclude Lavra parlando con l'agenzia Dire- per chiedere l'aggiornamento delle tariffe professionali e, più in generale, una maggiore tutela verso i professionisti appartenenti ai vari Ordini".
La richiesta da parte dell'Omceo Roma alla Regione, dunque, è quella di "trovare una soluzione, con la contemporanea interruzione delle richieste di aggiornamento. Ciò che proponiamo noi- conclude Pollifrone alla Dire- è pagare l'Imu relativamente agli uffici, magari trasformando la destinazione d'uso da A/2 ad A/10. Insomma, senza metterci in mezzo a una strada".
Fonte: Dire
28 aprile 2017
© Riproduzione riservata
Altri articoli in QS Lazio