Responsabilità professionale. Lavra (Omceo Roma): “Perplessità sulle associazioni scientifiche che dovebbero validare le linee guida”
Con la nuova legge in via di approvazione potrebbe spettare presto al paziente dimostrare il danno subito a causa di un intervento sanitario e questo è per l'Omceo di Roma un punto positivo della legge. Ma su alcuni decreti attuativi persistono alcune perplessità, come per esempio sulle associazioni scientifiche dovrebbero validare le linee guida.
19 GEN - Con la legge sulla responsabilità professionale, approvata in seconda lettura in Senato (dovra' ora tornare a Montecitorio), potrebbe spettare presto al paziente dimostrare il danno subito a causa di un intervento sanitario, mentre attualmente è il medico che deve "provare" la propria non colpevolezza a seguito di una denuncia da parte del paziente.
"Questo è senz'altro un punto positivo della legge - dice
Giuseppe Lavra dell'Omceo Roma -. Così come ce ne sono altri, per esempio in riferimento alla lista dei risarcimenti, che in qualche modo colma un problema che ci trascinavamo da troppo tempo. Per il resto nella legge sulla responsabilità dei medici ci sono molti decreti attuativi che attengono ad aspetti che ci rimandano di 180 giorni o di tre mesi. E su quelli c'è qualche perplessità, come per esempio le associazioni scientifiche che dovrebbero validare le famose linee guida. Diciamo che nutro qualche dubbio che questo si verifichi in concreto".
"Questo problema - prosegue
Lavra - non posso che legarlo al fatto che nell'enunciazione (articolo 5 della legge di responsabilità degli esercenti le professioni sanitarie le linee guida sono richiamate come elementi non già di cui tener conto, come giustamente abbiamo scritto nel codice deontologico, bensì come elementi cui attenersi, che è una cosa che ha un significato diverso. Su questo sono piuttosto critico e ho avuto modo di parlarne anche ai relatori della legge in Parlamento, oltre che in sede di Consiglio nazionale Fnomceo, dove ci hanno onorato di spiegarci alcuni dettagli della legge".
Il presidente dell'Ordine dei Medici di Roma è inoltre "molto critico sull'incipit dell'articolo 5 della legge sulla responsabilità professionale del medico, laddove in qualche modo non si puntualizza che le questioni attinenti la diagnosi e la terapia sono di esclusiva competenza del medico; la lettura dell'incipit, invece, fa pensare che questo non sia desumibile da una lettura letteraria. Insomma, ci sono delle criticità sul versante della competenza strettamente professionale che mi lasciano molto perplesso. Il problema, ora, è vedere se tutto l'impianto della legge riesce a migliorare la situazione e soprattutto se recuperiamo un mercato dell'assicurazione del rischio professionale che in qualche modo renda sostenibile il costo dell'assicurazione che i medici devono farsi obbligatoriamente".
"Noi abbiamo fatto pressione - aggiunge
Lavra - affinché si promulgasse questa legge proprio perché era diventata insostenibile la situazione, che ancora lo è: attualmente il sistema non è affatto rassicurato perché i medici da un lato hanno la consapevolezza che godono di assicurazioni che garantiscono in maniera molto precaria, dall'altro c'è una difficoltà, soprattutto per alcune specialità come la chirurgia, l'ortopedia ma anche la ginecologia, a trovare un'assicurazione a costi ragionevoli".
"Per gli altri aspetti tecnici della legge - conclude il presidente dell'Omceo Roma - sono cautamente ottimista perché mi piacerebbe avere un parere da un esperto assicuratore".
Lorenzo Proia
19 gennaio 2017
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