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Roma. Applicata al S.Eugenio nuova tecnica per la prevenzione dell'ictus nei pazienti con forame ovale pervio

La nuova metodica, utilizzata finora solo in pochissimi casi a livello mondiale, consiste nell'effettuare una sutura diretta dei due setti (primum e secundum) che costituiscono la parete del setto interatriale, con il vantaggio di non dover introdurre permanentemente alcun tipo di dispositivo intracardiaco. Si tratta di un intervento risolutivo che dura mediamente circa un'ora e comporta un paio di notti di degenza.

16 GIU - Presso l’Unità Operativa di Cardiologia dell’Ospedale San Eugenio, diretta da Achille Gaspardone, è stata applicata una nuova tecnica per la prevenzione dell’ictus embolico in pazienti con forame ovale pervio. E’ una delle primissime volte che nel mondo viene utilizzata questa tecnica innovativa. Lo riferisce una nota dell’Azienda ospedaliera. Tale procedura consiste nell’effettuare una sutura diretta dei due setti (primum e secundum) che costituiscono la parete del setto interatriale e presenta il vantaggio di non introdurre in modo permanente alcun dispositivo intracardiaco.

Il forame ovale pervio consiste in una comunicazione nella parte che separa gli atri del cuore, il setto interatriale. Durante la vita fetale questa comunicazione è essenziale perché consente al sangue ossigenato che proviene dalla mamma di circolare nel nascituro. Dopo la nascita, il forame ovale pervio si chiude e forma una parete solida, il setto. Nel 25-30% della popolazione, circa 1 persona su 3, questa chiusura non avviene dando luogo ad un'anomalia cardiaca congenita: una parte dl sangue passa dall'atrio sinistro a quello destro e torna a riossigenarsi nei polmoni che ricevono una quantità di sangue superiore al normale. In questi soggetti piccoli emboli possono passare dall'atrio destro a quello sinistro causando un ictus embolico come, ad esempio, nel caso del calciatore Antonio Cassano e del marò Massimilano Latorre.

Al S. Eugenio di Roma tre giovani pazienti affetti da questa patologia sono stati sottoposti ad un intervento di cardiologia interventistica all'avanguardia per la prevenzione dell'ictus embolico. La nuova metodica, utilizzata finora solo in pochissimi casi a livello mondiale, consiste nell'effettuare una sutura diretta dei due setti (primum e secundum) che costituiscono la parete del setto interatriale, con il vantaggio di non dover introdurre permanentemente alcun tipo di dispositivo intracardiaco. Si tratta di un intervento risolutivo che dura mediamente circa un'ora e comporta un paio di notti di degenza.

"La tecnica - spiega Achille Gaspardone, responsabile dell'Unità operativa di cardiologia del presidio ospedaliero della Asl Roma 2 - è indicata soprattutto in quei pazienti che presentano allergia al nichel, intolleranza alla terapia antiaggregante, tendenza alle aritmie e in coloro che devono essere successivamente sottoposti a terapie invasive nell'atrio sinistro (ablazione, valvuloplastica mitralica etc). La casistica della nuova metodica - aggiunge il professor Gaspardone - è molto limitata in quanto il dispositivo è recentissimo ed approvato solo nella Comunità europea. E' stato finora utilizzato in Inghilterra, Svezia, Germania ed in Italia. Ad oggi sono stati trattati 250 casi in tutto il mondo e le prime sperimentazioni sono state condotte nel 2015".
 

16 giugno 2016
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