Lazio. L'Umberto I ci riprova. Arrivano 220 milioni per cambiare volto al policlinico più antico e più mal ridotto della capitale
Gli interventi saranno finanziati con 220 milioni provenienti dalla legge 104 del 1998 e con fondi regionali. I lavori riguarderanno il 50% della struttura, con lavori di sistemazione per 17 edifici su 39. Dopo l'ok definitivo del Ministero della Salute, saranno attivati i primi bandi di gara. IL PIANO
28 GEN - Un vero e proprio restyling per riqualificare, dopo oltre quindici anni di attesa, il Policlinico Umberto I di Roma. Il piano, che sarà finanziato con 220 milioni provenienti dalla legge 104 del 1998 e con fondi regionali, è stato presentato questa mattina dal direttore generale dell’Umberto I, Domenico Alessio, alla presenza del presidente della Regione Lazio,
Nicola Zingaretti, del subcommissario alla sanità,
Giovanni Bissoni, e del rettore dell’università La Sapienza,
Eugenio Gaudio.
Gli interventi riguarderanno il 50% della struttura, con lavori di sistemazione per 17 edifici su 39 tra cui il Dea, il blocco operatorio, Otorinolaringoiatria, Dermatologia, Oculistica, Radiologia Centrale, Clinica medica 1 e 2, Ginecologia e Ostetricia, la camera mortuaria e la farmacia ospedaliera. Il progetto è stato approvato dal Nucleo di valutazione regionale, mentre si attende il parere del Ministero della Salute. Nei prossimi mesi saranno attivati i primi bandi di gara, secondo un cronoprogramma modulato in base alle priorità.
Il direttore generale del Policlinico,
Domenico Alessio, ha anticipato che i primi cantieri saranno aperti nel corso del 2015. "Da quindici anni erano disponibili i fondi e non si è fatto nulla - ha sottolineato - Abbiamo dovuto subire anche l'onta dei sequestri preventivi, una situazione intollerabile anche per un fatto di decoro e dignità dei malati. Finalmente, grazie al presidente Zingaretti, daremo un volto nuovo al Policlinico. In passato sono stati spesi 2,4 milioni di euro per progetti poi saltati perché non compatibili coi vincoli del Policlinico. Ora invece c'è un progetto condiviso e manca solo il parere del ministro Lorenzin”.
Gli interventi di riqualificazione riguarderanno:
• riordino delle funzioni ed individuazione di aree funzionali omogenee;
• riordino degli accessi all’area del Policlinico, con separazione delle tipologie di mezzi (sanitari, civili/visitatori, fornitori);
• riordino e completamento dei collegamenti tra le varie aree e strutture, mediante il completamento della ristrutturazione dei percorsi ipogei ed il ripristino ed il completamento di quelli epigei; con totale garanzia del trasporto dei pazienti che avverrà solo e sempre in area protetta, e senza il ricorso ad gli attuali onerosi servizi di trasporto con ambulanze;
• riordino della distribuzione dei percorsi interni agli edifici mediante netta separazione delle zone destinate alla cura ed alla degenza da quelle destinate a servizi ed agli accessi dall’esterno, con conseguente significativo abbattimento dei rischi da infezioni e/o contaminazioni;
• riordino, razionalizzazione e messa a norma degli impianti generali, quali la distribuzione dell’energia elettrica, la distribuzione idrica, la distribuzione del freddo e del caldo; il rifacimento della rete fognaria;
• miglioramento sismico degli edifici oggetto di intervento;
• realizzazione di un nuovo DEA, a vocazione altamente tecnologica;
• realizzazione di un blocco centralizzato di camere operatorie, con conseguente migliore gestione delle risorse più rilevanti dell’ospedale;
• riattivazione della camera mortuaria, da anni relegata fuori dall’area ospedaliera;
• realizzazione della nuova farmacia aziendale;
• realizzazione della radiologia centralizzata;
• messa a norma degli edifici oggetto di prescrizioni cogenti da parte dei VV.F. di Roma.
Sarà il secondo cantiere più grandi di Roma dopo la metropolitana – ha esultato il governatore
Zingaretti - Poniamo fine all'errore fatto negli ultimi quindici anni, in cui si sono investiti 75 milioni di euro, fuori da un disegno strategico, per interventi di manutenzione. E' una piccola grande rivoluzione che farà sentire i suoi effetti e inoltre questo intervento va di pari passo con il nostro modello sanitario. E migliorerà la qualità delle cure, perché le infrastrutture saranno funzionali e accoglienti”.
28 gennaio 2015
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