L’equipe del servizio di Cardiologia interventistica della Asl Roma 4 ha eseguito, nel mese di dicembre, due importanti e delicati interventi su due diverse pazienti che presentavano patologie gravi, tali da mettere a rischio le loro vite.
Entrambi sono stati eseguiti nella giornata del 1° dicembre nella sala di Emodinamica dell’ospedale San Paolo di Civitavecchia e in tandem con il team di anestesisti della UOC di Rianimazione della Asl Roma 4, con un ottimo successo.
Il primo intervento ha riguardato una delicata procedura su una paziente giovane di appena 46 anni con ripetuti episodi di ischemia acuta transitoria (TIA) a livello cerebrale; il secondo è stato eseguito invece su una donna di 69 anni, con aritmie maligne, a cui è stato impiantato un defibrillatore sottocutaneo.
“Nel primo caso – ha spiegato il Direttore della UOC di Cardiologia, il dottor Sergio Calcagno – è stata eseguita una procedura di chiusura percutanea del forame ovale pervio (PFO). Una tecnica eseguita con protesi di ultima generazione, che, in questa particolare casistica di pazienti, risulta particolarmente efficace nel prevenire fenomeni ischemici. La chiusura percutanea del forame ovale ha un ruolo preventivo e l’obiettivo di eliminare un fattore di rischio per nuove recidive di attacchi ischemici transitori o ictus. L’intervento è stato eseguito in poco meno di un’ora e la paziente è stata dimessa nelle 24 ore successive”.
Il secondo intervento, invece, ha visto l’equipe multidisciplinare, composta da emodinamisti e anestesisti, impiantare un defibrillatore sottocutaneo in una donna over 60 a rischio di morte cardiaca improvvisa.
“Si tratta di una procedura poco comune – ha aggiunto il dottor Calcagno – dal momento che non è adatta a tutti i pazienti, ma risulta particolarmente efficace nel trattamento di persone giovani a rischio di morte cardiaca improvvisa. Ricorrere a tale tecnologia porta con sé diversi vantaggi. Innanzitutto evita le possibili complicanze a cui si è esposti a causa della prolungata permanenza di elettrodi intracardiaci e l’invasività dei dispositivi transvenosi, riduce al minimo i rischi di infezioni e quelli correlati a un’eventuale estrazione dell’elettrocatetere. Questo perché il dispositivo viene inserito sotto la cute in regione ascellare, mentre l’elettrocatetere è posizionato nel sottocute sotto lo sterno vicino al cuore, preservando così il sistema venoso”.
L’Emodinamica della Asl Roma 4 ha da poco spento la sua prima candelina e in questo primo anno di attività il servizio è cresciuto in qualità e complessità di prestazioni erogate, garantendo al territorio e non solo un’assistenza dagli standard elevati.
“La complessità degli interventi eseguiti dalla nostra equipe – ha dichiarato il Direttore Generale della Asl Roma 4, la dottoressa Cristina Matranga – sta facendo in modo che il servizio diventi un punto di riferimento per gli utenti del litorale. Con la nuova convenzione, in corso di stipula con la Cardiologia Interventistica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Sant’Andrea saremo in grado di offrire una emodinamica di secondo livello, garantendo sul territorio una maggior presa in carico di pazienti affetti oltre che da cardiopatia ischemica anche da cardiopatia strutturale come PFO, trombosi della auricola, impiantì per stenosi valvolare aortica ed insufficienza valvolare mitralica”.