Nessuna crisi della Medicina Generale, nessuna disaffezione da parte dei giovani medici, lo dicono i numeri della Regione Lazio che per 207 posti di accesso al triennio di formazione in medicina generale dal 2023 al 2026 concorreranno circa 800 medici a fine novembre.
“Questi numeri – commenta Felice de Ruggieri coordinatore della Fimmg Formazione Lazio – indicano come la Medicina di Famiglia ancora attiri come sbocco professionale, attualmente i corsi sono tutti pieni e sono pochissimi gli abbandoni sia durante il corso che dopo, addirittura abbiamo medici ospedalieri che vogliono cambiare e dedicarsi alla medicina di famiglia. Ovviamente scontiamo una errata programmazione di 10 anni fa’ rispetto alla gobba pensionistica, cosa che va a penalizzare tutte le altre specializzazioni, ma per ora non la medicina di famiglia. La nostra sezione Fimmg Formazione del Lazio – continua de Ruggieri – ha festeggiato in questi giorni i 600 iscritti attestandosi come la più numerosa di Italia, e da quanto abbiamo rilevato, i giovani colleghi che si approcciano alla professione scelgono proprio la medicina di famiglia che permette un’organizzazione manageriale in un contesto sociale differente dalle altre discipline”.
Non si può negare, prosegue de Ruggieri “che, come tutte le realtà, sussistano problemi operativi quotidiani, ma come in tutte le professioni, va rimodulata l’organizzazione del lavoro negli studi con nuove innovazioni e iniziative razionalizzando il lavoro quotidiano, e in questa direzione si sta operando”.
In merito all’ultimo bando delle zone carenti dove solo 120 medici hanno risposto su 500 posti de Ruggieri tende a ribadire che “i medici ci sono ma è la Regione che ritarda, non solo i bandi, con ricognizioni annuali e non semestrali come da legge, ma ritarda anche l’inizio dei corsi. I medici ci sono ma non riescono a maturare il debito formativo in tempo”.
Quindi nessun allarme i posti saranno ricoperti dal bando iniziale a cui seguiranno quello Sisaccon i neo diplomati, e quello per reclutare i triennalisti del corso di formazione, anche perché’ il Lazio è passato in questi ultimi anni da 50 borse a oltre 200 anno.