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Tumore al pancreas. Un nuovo modello assistenziale in “quattro passi” per la corretta gestione dei pazienti e per cure migliori

Organizzazione e programmazione; integrazione delle competenze e dei diversi professionisti; monitoraggio del percorso; aspetti sociali. Sono questi i quattro ambiti al centro di una serie di linee guida organizzative messe a punto da Altems (Un. Cattolica di Roma) e che i decision maker dovrebbero implementare per migliorare il percorso di cura del paziente. Il modello assistenziale elaborato si fonda su quattro ambiti di intervento

07 FEB - Il tumore al pancreas rappresenta una delle neoplasie più letali: la sopravvivenza attesa a 5 anni si ferma a poco più del 10% (AIOM, 2021). Secondo le stime del rapporto “i numeri del Cancro”, ogni anno nel nostro paese si registrano circa 14.000 nuove diagnosi di carcinoma del pancreas (AIOM, 2021). In questo contesto, una “buona organizzazione” è essenziale per offrire cure efficaci, che garantiscano un alto livello di qualità e un efficiente utilizzo delle risorse.
 
Ciononostante, una recente revisione delle reti attive ha rivelato che le reti oncologiche del Pancreas sono state attivate da appena tre regioni. Parimenti, i Percorsi Diagnostico Terapeutico Assistenziali – PDTA, strumenti indispensabili per una efficace presa in carico, sono ancora poco diffusi. I pochi PDTA disponibili, inoltre, mancano di indicatori per il monitoraggio e la valutazione del percorso stesso.
 
Per questo motivo, l’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (ALTEMS) dell’Università Cattolica, sotto la direzione scientifica del Professor Americo Cicchetti, ha condotto uno studio con l’obiettivo di individuare e promuovere le condizioni organizzative che garantiscono una gestione ottimale dei pazienti affetti da tumore al pancreas. Lo studio in oggetto ha consentito di definire una serie di linee guida organizzative che i decision maker dovrebbero implementare per migliorare il percorso di cura del paziente. Il modello assistenziale elaborato si fonda su quattro ambiti di intervento.
 
Il primo ambito riguarda l’organizzazione e la programmazione: una buona organizzazione passa, in primo luogo, per l’attivazione di reti regionali o interregionali, qualora la numerosità della casista suggerisca l’aggregazione di più regioni. In questo contesto è fondamentale identificare i ruoli dei diversi ospedali della rete, distinguendo tra strutture iper-specializzate dedicate alla diagnosi, alla definizione del trattamento grazie ai tumor board e alla chirurgia e strutture di prossimità in cui i pazienti possono fare una parte della loro terapia.
 
Una buona organizzazione passa anche per il coordinamento tra i diversi attori del sistema (medici ospedalieri, MMG) con particolare attenzione all’assistenza domiciliare specie per le fasi più avanzate della malattia oncologica. È inoltre fondamentale che le politiche regionali accompagnino, mediante la previsione di specifici obiettivi, tale modello organizzativo e che la Aziende Sanitarie Locali assumano un ruolo di garanti della continuità assistenziale.
 
Il secondo ambito riguarda l’integrazione delle competenze e dei diversi professionisti quale elemento imprescindibile per rispondere alle necessità dei pazienti oncologici. L’integrazione si realizza secondo diverse modalità ma in primo luogo attraverso la discussione dei pazienti all’interno dei tumor board. Un recente studio (Quero et al., 2021) ha dimostrato come la valutazione della diagnosi, della resecabilità, e la valutazione della risposta al trattamento radio e/o chemioterapico possano cambiare, anche drasticamente, a seguito della discussione multidisciplinare.
 
Il tumor board è anche fondamentale nelle fasi più avanzate della malattia per definire i trattamenti più appropriati e aumentare la qualità della vita. Integrazione, infatti, vuol dire anche prevedere una figura che possa garantire la continuità assistenziale, integrando i diversi ambiti assistenziali e garantire la continuità di cura del paziente e integrazione delle competenze, mediante il coinvolgimento di un nutrizionista, di uno psicologo e del farmacista ospedaliero.
 
Il terzo ambito si basa sul monitoraggio del percorso con l’obiettivo di individuare gli scostamenti rispetto agli standard. Il monitoraggio delle performance delle reti e dei PDTA è l’aspetto imprescindibile per la corretta implementazione delle soluzioni organizzative che favoriscono un efficiente presa in carico del paziente.
 
L’ultimo ambito pone enfasi sugli aspetti sociali. Il tumore al pancreas viene diagnosticato spesso tardivamente e non presenta molte opzioni terapeutiche soprattutto nelle fasi avanzate della malattia. La qualità di vita dei pazienti colpiti da cancro è ancora trascurata nonostante sia di dimostrata importanza e, inoltre, vi è disomogeneità sul territorio nazionale. Quest’ultima, infatti, dovrebbe essere prioritaria lungo tutto il percorso di cura attraverso anche una maggiore attenzione alla nutrizione, alla terapia del dolore o al supporto psicologico.
 
Luca Giorgio, Roberta Laurita, Ludovica Siviero
Ricercatori Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (ALTEMS), Università Cattolica (campus di Roma)

07 febbraio 2022
© Riproduzione riservata

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