Pma, tra tecnica e umanità
17 NOV -
Gentile Direttore,
il 3,2% di bambini nati in Italia nel 2018 (oltre 14000 su 439.747, secondo dati Istat) lo hanno fatto grazie alla Procreazione medicalmente assistita (PMA). Un dato che potrebbe sembrare eccezionale, ma che acquisisce maggiore intelligibilità se pensiamo che, sempre nella nostra nazione, circa il 20% della popolazione è sterile, non può avere figli e deve ricorrere – appunto - a tecniche di fecondazione assistita, mentre nel mondo sono circa 90 milioni le coppie che riscontrano problemi di fertilità.
Sono passati 43 anni da quando grazie proprio a queste tecniche venne alla luce Louise Brown, la prima bambina FIVET (fertilizzazione in vitro) al mondo, e 38 dalla prima in Italia, eppure ancora oggi molti mentono sulla propria condizione di infertilità, o “provano timore o imbarazzo, per il pregiudizio che associa la sterilità alla vergogna”, sottolinea in uno dei suoi tanti TED la Dottoressa Arianna Pacchiarotti, responsabile del Centro PMA del San Filippo Neri – ASL Roma 1.
“Ho scoperto questo pregiudizio quando ero una bambina, poiché la mia tata non poteva avere figli. Era una donna allegra, solare, ma ogni tanto piangeva sulle ginocchia di mia nonna, in preda a uno dei suoi momenti di sconforto, sostenendo di vergognarsi di tornare nel proprio paese, perché lì tutti sapevano che lei e suo marito non potevano avere figli”. Proprio questo breve racconto della Dott.ssa Pacchiarotti (sempre nei suoi apprezzati TED, disponibili anche su Youtube) è sintomatico dei preconcetti di cui donne, ma anche uomini sono vittime. Anche uomini, è bene sottolinearlo, perché sempre gli sterotipi spingono a credere che i problemi di fertilità dipendano soltanto dalla donna, quando invece i dati ci dicono che le cause possano essere ricondotte indifferentemente al'uno o all'altro sesso.
Per fortuna negli ultimi anni sono stati fatti passi fondamentali nella direzione dell'accettazione di quello status che la Pacchiarotti preferisce definire “diversamente fertile”, ed è importante sottolineare che ricorrere al medico e alle tecniche di fecondazione artificiale non deve essere mai visto come una debolezza o una sconfitta, ma come un'opportunità in più. Ammesso, ovviamente, che col tempo sussistano le condizioni affinché questa opportunità venga concessa a tutti coloro che ne hanno bisogno, poiché duole constatare che da quando la fecondazione eterologa è stata consentita in Italia, c’è stato un aumento della domanda a cui però non ha fatto seguito un adeguato incremento dell’offerta, in buona parte per ragioni legate ai costi, ma i problemi sono anche legati a una ancora insufficiente cultura preventiva e allo scarso programma della sessualità consapevole che non informa correttamente giovani e adolescenti.
Questi temi saranno approfonditi nel prossimo BAL Talk, incontro promosso dalla Biblioteca Alessandro Liberati, che si svolgerà domani, 18 novembre, dalle ore 17.00 alle 18.30. Il titolo dell'evento sarà proprio
“Procreazione medicalmente assistita: tra tecnica e umanità”, e il tema verrà affrontato sia attraverso gli aspetti legati alle storie di chi ha intrapreso il percorso della PMA e a quelli legati allo stigma che spesso si associa alla scelta, sia soffermandosi sulle differenze tra la situazione italiana e quella del resto del mondo, sull’efficacia dei trattamenti, sugli aspetti etici e su quelli legati alle politiche regolatorie, sugli sviluppi futuri tecnologici e terapeutici.
La BAL Talk - coordinata da Ursula Kirchmayer (DEP Lazio) - prevede una conversazione con la sovracitata dottoressa Arianna Pacchiarotti, e interverranno poi Antonio Addis (DEP Lazio) , Alessandro Rosa (DEP Lazio) ed Eleonora Mattia (Presidente Consiglio Regionale Pari Opportunità).
L'incontro sarà trasmesso in
live streaming su Youtube.
A cura di Tiziano Costantini
Dipartimento di Epidemiologia SSR Lazio – ASL Roma 1
17 novembre 2021
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