Emiliano: “I medici bravi sono pochi”. La rivolta dell’Ordine, Anelli scrive al governatore
Anelli: “La sua dichiarazione ha destato stupore e indignazione tra i medici. Non si aspettano la gratitudine o il riconoscimento per lo sforzo che giornalmente fanno, ma si aspettano invece che la politica faccia la sua parte e li metta in condizioni di non essere più ‘pochi’ e quindi di lavorare con mezzi e in strutture adeguate, presidiate e sicure”, sul ‘bravi’ ricorda il “percorso di studi duro e selettivo di almeno 9 anni”.
13 OTT - “La sua dichiarazione ‘i medici sono pochi, quelli bravi ancora meno’, resa nel corso di una intervista in occasione della riapertura della struttura di terapia intensiva neonatale a Taranto ha destato stupore e indignazione tra i medici”: comincia così la lettera che
Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici e dell'Ordine dei medici di Bari, ha inviato al governatore
Michele Emiliano per lamentarsi della frase che sarebbe stata pronunciata sabato scorso da Emiliano.
“I medici - scrive Anelli - non si aspettano la gratitudine o il riconoscimento per lo sforzo che giornalmente fanno, ma si aspettano invece che la politica faccia la sua parte e li metta in condizioni di non essere più ‘pochi’ e quindi di lavorare con mezzi e in strutture adeguate, presidiate e sicure per garantire ai cittadini il miglior servizio. Sul fatto che i medici siano o non siano ‘bravi’, ricordo che ogni medico acquisisce le sue competenze grazie ad un percorso di studi duro e selettivo, che dura almeno 9 anni, senza eguali tra le professioni. A riprova di ciò, vi è il fatto che i medici formati nelle nostre università sono apprezzati e valorizzati in ogni parte del mondo, costretti talvolta ad emigrare a causa delle miopi scelte e degli errori di programmazione”.
13 ottobre 2021
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