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Scuola. “Chiedono lo psicologo 9 ragazzi su 10”. Il report Cnop


Il dato emerge da un sondaggio del Centro Studi Cnop, effettuato tramite l’Istituto Piepoli. Secondo gli intervistati le attività più importanti sono ascolto e sostegno (54%), prevenzione del disagio (41%), supporto alle famiglie (29%), consulenza al sistema scuola nel suo complesso e supporto ai docenti (18%). Tra gli studenti (15-18 anni) sette si dieci scelgono la voce “ascolto e sostegno”, evidenziando così il bisogno di comunicare.

24 GIU - Il Protocollo Cnop-Ministero Istruzione del settembre 2020 ha portato all’attivazione del servizio di psicologia scolastica in circa 6000 scuole su 8 mila, soprattutto a partire da ottobre-novembre 2020. Da una prima rilevazione tale servizio si è occupato di supporto agli studenti (33% attività svolta, es: gestione disagi, supporto emotivo, potenziamento risorse), consulenza all’organizzazione scolastica (28%, es: gestione comunicazioni, sistemi di monitoraggio organizzativo e di clima psicorelazionale), supporto al personale (22%, es: benessere psicologico, strategie attività online e gestione classe, promozione risorse studenti), supporto alle famiglie (17%, es: coordinamento azioni scuola/studenti/famiglia; gestione delle situazioni a casa). Sono oltre un milione i soggetti che hanno usufruito del servizio di ascolto e sostegno dedicato ai ragazzi, alle famiglie e al personale della scuola.
 
A rilevarlo è il Centro Studi Cnop che ha effettuato un primo report sulla situazione di disagio dei ragazzi e sull’attività degli Psicologi scolastici.
 
 
Le attività degli psicologi scolastici sono state supportate da una task force di esperti guidata da Daniela Lucangeli (Università di Padova) che ha elaborato linee guida basate sulla più recente letteratura scientifica. “La psicologia scolastica serve a potenziare le risorse del sistema scuola nel suo complesso e svolge una funzione fondamentale di prevenzione e di promozione delle competenze psico-emotive, relazionali, comportamentali e di apprendimento” sottolinea la Lucangeli.
 
I dati mostrano come la pandemia abbia incrementato i problemi psicologici: sei bambini su dieci sotto i sei anni e sette su dieci sopra i sei anni mostrano problemi psico-comportamentali con il rischio di sviluppare disturbi più severi tre volte maggiore rispetto al pre-pandemia.
 
Tutte le agenzie internazionali e nazionali, dall’Oms all’Istituto Superiore di Sanità evidenziano l’effetto iceberg (una quota di disturbi più seri ed evidenti e una mole prevalente di situazioni di malessere e disagio) che richiede strategie di prevenzione e sviluppo risorse, quella che l’Oms chiama “thrive toolkit”, strategie per favorire una crescita psicologica consapevole. La psicologia scolastica ha questo ruolo fondamentale in tutti i paesi europei e serve anche a sgravare il compito dei servizi sanitari, chiamati a curare le situazioni più gravi.
 
Il Centro Studi ha inoltre effettuato, tramite l’Istituto Piepoli, un sondaggio sulla popolazione italiana (21 giugno 2021) che mostra come l’81% degli italiani chieda lo psicologo scolastico, percentuale che sale al 94% nella fascia d’età 15-18 anni. Secondo gli intervistati le attività più importanti sono ascolto e sostegno (54%), prevenzione del disagio (41%), supporto alle famiglie (29%), consulenza al sistema scuola nel suo complesso e supporto ai docenti (18%). Tra gli studenti (15-18 anni) sette si dieci scelgono la voce “ascolto e sostegno”, evidenziando così il bisogno di comunicare.
 
“Si tratta di dati significativi che evidenziano come la presenza di uno sportello psicologico a scuola aiuti alunni e studenti a prendere coscienza di eventuali disagi prima e a chiedere aiuto poi. Fornire alle scuole questa competenza significa renderle uno spazio completo di crescita e maturazione per i giovani, soprattutto ora all’indomani di una pandemia che ha stravolto le loro vite” sottolinea il Presidente dell’Associazione Nazionale Presidi Antonello Giannelli.
 
David Lazzari (presidente Cnop): “Ora c’è bisogno di dare continuità a questa esperienza, sarebbe tragico se venisse interrotta, anche perché abbiamo bisogno di “vaccini psicologici” per la psicopandemia, e la psicologia scolastica è un presidio fondamentale”. 

24 giugno 2021
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