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Vaccini Covid. Fimmg a Figliuolo: “Nessuno ci chiama ma è indispensabile il coinvolgimento della medicina generale”


Il sindacato scrive al commissario per l’Emergenza e denuncia come vi sia un “mancato coinvolgimento della medicina generale nella campagna di vaccinazione anti covid. La Medicina Generale, ad oggi, non è ancora messa nelle condizioni di poter effettivamente portare il proprio contributo”.  LA LETTERA

05 MAG - “Nessuno ci chiama ma è indispensabile il coinvolgimento della medicina generale. Siamo da sempre pronti a fare la nostra parte”. È questo il senso della lettera inviata dal segretario nazionale della Fimmg, Silvestro Scotti al commissario per l’Emergenza Francesco Figliuolo.
 
I medici di famiglia ricordano come “il 21 febbraio u.s., le organizzazioni sindacali dei medici di medicina generale hanno siglato con il governo e le regioni il Protocollo d'intesa nazionale per il coinvolgimento dei medici di medicina generale nella campagna di vaccinazione anti covid-19, condividendo la valutazione che il ruolo del medico di medicina generale è fondamentale per l’incremento e la copertura vaccinale della popolazione, anche in relazione alla diretta vicinanza con i pazienti e in considerazione del rapporto fiduciario che lo lega agli stessi. Hanno fatto seguito, nelle settimane immediatamente successive, accordi specifici sottoscritti in tutte le regioni”.
 
Ma al contempo denuncia come “ci giungono tuttavia, pressoché da tutte le realtà locali, segnalazioni sempre più numerose sul mancato coinvolgimento della medicina generale nella campagna di vaccinazione anti covid, che riguardano principalmente la mancata o insufficiente fornitura di vaccini ai medici di medicina generale a vantaggio invece dei grandi hub vaccinali. La Medicina Generale, ad oggi, non è ancora messa nelle condizioni di poter effettivamente portare il proprio contributo”.
 
La Fimmg chiede “dunque quale ruolo si intenda determinare per la Medicina Generale nella campagna di vaccinazione e quale margine di intervento possa ricoprire la Struttura Commissariale nell’approvvigionamento e distribuzione delle dosi necessarie, affinché anche il setting della Medicina Generale possa favorevolmente contribuire all’obiettivo, come oltretutto previsto dal suddetto Protocollo d’Intesa in cui viene specificatamente previsto che “Laddove a livello regionale dovessero insorgere difficoltà logistiche per la distribuzione dei vaccini ai mmg, il Commissario, su richiesta delle Regioni e di concerto con il Ministero della salute, potrà valutare le concrete modalità ulteriori di intervento sussidiario per affrontare le eventuali criticità, al fine di assicurare una puntuale fornitura dei vaccini ai MMG”.
 
Ma oltre ai vaccini il sindacato chiede conto anche dei tempi per lo sblocco della diagnostica di primo livello per cui nella Legge di Bilancio 2020 sono stati stanziati 235 mln di euro. È infatti compito del commissario quello di “procedere all’acquisto e alla distribuzione delle apparecchiature”.
 
Per questo la Fimmg chiede “se vi siano aggiornamenti in merito alla gara per l’acquisto di queste apparecchiature sanitarie il cui utilizzo da parte della medicina generale è determinante per il miglioramento del processo di cura dei pazienti, in particolare quelli anziani e cronici, specificamente alla prevenzione primaria e secondaria, nonché per la riduzione del fenomeno delle liste d’attesa, anche al fine di ridurre la pressione sui servizi ospedalieri e sulle strutture sanitarie, limitando altresì le occasioni di esposizione al rischio di contagio nel corso dell’emergenza epidemiologica in atto e in considerazione dell’aumento della richiesta da parte dei pazienti che durante l’ultimo anno di fatto hanno sospeso o ridotto i controlli sanitari di secondo livello”.

05 maggio 2021
© Riproduzione riservata

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