Covid. Psicologi: “Stress cresce ma con Draghi la politica non è più un fattore di disagio”
Nuovo aggiornamento dello "Stressometro" realizzato ogni settimana dall'Istituto Piepoli per il Consiglio nazionale dell'Ordine degli psicologi. Lazzari: “Cresce divariò ricchi/poveri e Nord/Sud”
11 MAR - La situazione politica non è più tra i principali fattori di stress per gli italiani. A rivelarlo è l'ultimo "Stressometro" realizzato ogni settimana dall'Istituto Piepoli per il Consiglio nazionale dell'Ordine degli psicologi. Secondo l'ultima rilevazione, infatti, dopo la formazione del Governo Draghi soltanto l'1% degli intervistati considera l'attuale situazione politica una fonte di stress, mentre restano alti i timori per l'emergenza sanitaria (50%) e per la condizione economica (14%) e lavorativa (13%).
Il dato settimanale dello stress a livello generale torna oltre quota 60, attestandosi al 61% contro il 59% della settimana precedente. L'indicatore rileva picchi più alti al Sud (64%) e nelle Isole (64%), seguiti da Centro (62%), Nord Ovest (59%) e Nord Est (55%).
"Il governo di unità nazionale e l’autorevolezza del presidente Draghi hanno tranquillizzato gli italiani sul piano politico - afferma il presidente del Cnop
David Lazzari - ma permane la complessiva situazione di grave stress psicologico dovuto principalmente alla paura di contrarre il virus e di perdere il lavoro. Servono strategie e azioni da parte del governo per assicurare il necessario supporto psicologico a chiunque ne abbia bisogno: la salute mentale dei cittadini è un fattore determinante per affrontare e uscire da questa emergenza”.
“In questo scenario - conclude Lazzari - la pandemia rischia purtroppo di aumentare il divario tra ricchi e poveri, oltre che tra Nord e Sud. Infatti, soprattutto in alcune Regioni, di fatto può ricorrere al supporto psicologico solo chi può permettermelo. E così viene negato il diritto alla salute per tutti i cittadini”.
11 marzo 2021
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