Covid. Dagli orari di lavoro alle misure di prevenzione. Sindacati e Ministero della Funzione Pubblica firmano protocollo su sicurezza
Il protocollo contempla poi la necessità di prestare particolare attenzione alla gestione dei casi di sospetta sintomatologia da Covid-19, di assicurare la dotazione di termoscanner agli ingressi, dei dispositivi di protezione individuale ed eventualmente di barriere separatorie laddove non sia possibile garantire le distanze. IL PROTOCOLLO
24 LUG - Orari di lavoro e di apertura al pubblico più flessibili. Modalità di interlocuzione programmata con l’utenza, anche attraverso soluzioni digitali e non in presenza per evitare assembramenti. Misure di controllo per garantire il distanziamento interpersonale durante le attività. Sono alcuni dei punti chiave del protocollo quadro per la prevenzione e la sicurezza dei dipendenti pubblici sui luoghi di lavoro rispetto all’emergenza Covid, adottato oggi presso il Dipartimento della funzione pubblica. Al tavolo virtuale per la sigla del documento erano presenti il ministro per la Pa,
Fabiana Dadone, e i sindacali Cgil, Cisl, Uil, Cgs, Cida, Cisal, Confsal, Cse, Codirp, Confedir, Cosmed, Usb, Unadis, Ugl e Usae.
Il documento, vidimato dal Comitato Tecnico-Scientifico del Ministero della Salute, dà precisi indirizzi alle amministrazioni in ordine alla necessità di tutelare il personale, gli utenti e tutte le altre figure che interagiscono con i pubblici uffici, contemperando le imprescindibili esigenze sanitarie con la necessità di una sempre più intensa ripresa dell’erogazione in presenza dei servizi che non possono essere resi da remoto, come previsto dal decreto Rilancio. Un passaggio reso ancor più necessario dalla prossima scadenza di metà settembre che vedrà venir meno il principio che distingue le attività cosiddette indifferibili dalle altre.
Il protocollo contempla poi la necessità di prestare particolare attenzione alla gestione dei casi di sospetta sintomatologia da Covid-19, di assicurare la dotazione di termoscanner agli ingressi, dei dispositivi di protezione individuale ed eventualmente di barriere separatorie laddove non sia possibile garantire le distanze. Non manca l’eventuale ricorso alle visiere per il personale a contatto con il pubblico e le prescrizioni su igiene quotidiana, aerazione regolare e sanificazione frequente degli ambienti di lavoro. Oltre all’indicazione per le amministrazioni di mettere in campo le opportune azioni di informazione e formazione sulle procedure dettate dal protocollo.
“Si tratta – spiega la
Cgil – di una regolamentazione necessaria che garantisce, in tutti i luoghi di lavoro, i necessari spazi negoziali sia per la gestione del personale in servizio, sia per l’organizzazione del lavoro agile”. Inoltre, l’intesa prevede, aggiunge la Cgil “l’avvio di un confronto complessivo sul lavoro agile, modalità che necessita di una regolamentazione contrattuale, che per noi rappresenta una delle priorità della nuova stagione contrattuale”.
“Nelle prossime settimane, il nostro impegno, sarà volto – conclude la Cgil – a conciliare la ripresa delle attività sia in servizio che da remoto nel pieno rispetto delle condizioni di sicurezza”.
Per la
Cisl si “tratta di un importante accordo che conferma e rafforza le previsioni dei precedenti protocolli sulla sicurezza siglati in costanza di “lockdown” per garantire la continuità dell’azione amministrativa dello Stato e la contemporanea tutela dei dipendenti e degli utenti, con le opportune e più adeguate misure di prevenzione e sicurezza, giovandosi anche del definitivo parere del Comitato Tecnico Scientifico istituito dalla Presidenza del Consiglio dei ministri". dichiara in una nota il Segretario confederale della Cisl, Ignazio Ganga.
"Nel nuovo testo appena concordato vi sono anche importanti ed innovativi accenni alla pratica ormai diffusa dello “smart working”, con l’esplicita indicazione alle amministrazioni affinché si continui a favorire, ove possibile, tale metodologia di lavoro valorizzando il confronto con le organizzazioni sindacali in ordine al suo utilizzo, in particolare, rispetto ad innovazioni nell’articolazione del lavoro, con l’invito ad armonizzare situazioni locali già in essere ad un generale quadro di riferimento che riteniamo imprescindibile definire con un apposito accordo quadro sulla materia da realizzare con la massima urgenza che dovrà portare l’istituto dello smart working sotto l’egida della contrattazione. La Cisl ha ribadito al Ministro la necessità di proseguire nel negoziato allo scopo di giungere quanto prima ad affrontare e risolvere le problematiche inerenti i rinnovi contrattuali, l’innovazione della PA, le dotazioni organiche, per garantire al Paese la necessaria spinta propulsiva utile ad accompagnare una solida ripresa. Abbiamo ricevuto espresse rassicurazioni anche su questo punto, quindi abbiamo con soddisfazione siglato, dopo tenaci confronti, il Protocollo in esame".
“Il Protocollo sottoscritto – afferma la
Uil in una nota - mette in sicurezza i lavoratori, in vista del loro graduale rientro sui posti di lavoro. Nel testo vengono definite misure di prevenzione e tutela della salute dei lavoratori pubblici, a partire dalla misurazione della temperatura corporea fino alla dotazione di dispositivi di protezione individuale e collettivi, garantendo anche l’adeguata formazione al loro utilizzo. In riferimento alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, poi - ha sottolineato Bombardieri - l’accordo favorisce misure di flessibilità oraria, con specifico riguardo a situazione di particolare necessità o bisogno del personale. Le parti hanno sancito l’impegno a proseguire il confronto sul tema del lavoro agile che - ha concluso il Segretario generale della Uil - deve diventare, al di là dell’emergenza, un fattore strutturato e regolamentato”.
“Con un protocollo unitario firmato da tutte le Confederazioni, senza accordi separati con primogenitura della triplice e apartheid delle altre Confederazioni, sono state sottoscritte le norme generali per tutte le Amministrazioni pubbliche”, commenta la Confederazione dei medici e dirigenti (
Cosmed).
“È stata accolta la principale richiesta della Cosmed: la flessibilità degli orari di lavoro deve avvenire nel rispetto delle norme contrattuali. Ribadito che il rispetto del contratto di lavoro e del D.Lgs. 66/2003 in materia di orario, turnazioni, riposi e durata dell’orario settimanale sono la principale garanzia di sicurezza per pazienti e operatori. Il protocollo richiama in più punti la necessità del confronto con le organizzazioni sindacali rappresentative sui luoghi di lavoro in materia di sicurezza, adeguatezza dei dispositivi di protezione, regolamentazione del lavoro agile oltre che sulla flessibilità degli orari di lavoro”.
“Tale confronto – prosegue la Cosmed - è inoltre indispensabile per adeguare alle diverse attività lavorative gli standard di sicurezza e la dotazione di adeguati dispositivi di protezione. Al riguardo andrà verificato il tempestivo e congruo approvvigionamento di dispositivi in dotazione opportunamente stoccati. Sarebbe imperdonabile in caso di riacutizzazione della pandemia la riproduzione delle gravi carenze emerse nei mesi scorsi. Ribadita la necessità di speciale tutela per i dipendenti con patologie pregresse o in condizioni di fragilità.
Cosmed ha richiamato poi “l’urgenza dei decreti attuativi previsti dall’art. 83 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 in materia di sorveglianza sanitaria eccezionale da attuarsi previo confronto con le organizzazioni sindacali. Come segnalato da Cosmed, la recente sottoscrizione del contratto nazionale delle Funzioni locali, interamente in videoconferenza al pari di questo protocollo, dimostra come siano possibili contrattazioni nazionali e decentrate con tempi sovrapponibili a quelli normalmente previsti”.
“Resta – rimarca la Confederazione - l’urgenza di una contrattazione nazionale per la regolazione dello smart working e per una normativa sulla conciliazione dei tempi vita-lavoro dei dipendenti, già prevista e mai attuata, che l’emergenza Covid ha reso indifferibile. Positivo l’impegno dell’Ispettorato della funzione pubblica a monitorare e a verificare il rispetto del protocollo e delle norme anche sulla base delle segnalazioni da parte delle organizzazioni sindacali.
Questo protocollo secondo COSMED deve “diventare un’ulteriore opportunità per affrontare il tema delle condizioni di lavoro che devono essere adeguate alla normativa europea superando ritardi storici inaccettabili”.
24 luglio 2020
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