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Fials a Sileri: “Dare voce alle rivendicazioni in piazza degli operatori sanitari”


Il segretario del sindacato ha scritto al viceministro della Salute chiedendo un incontro per definire assieme lo sviluppo professionale dei lavoratori della Sanità. “Bisogna che ci sia omogeneità contrattuale tra area dirigenziale e personale del comparto riconoscendo a tutti il diritto ad avere un incarico sia professionale che gestionale, nonché l’esclusività di rapporto ed il diritto ad esercitare l’attività libero-professionale”

22 GIU - Per dar voce alle numerose rivendicazioni in piazza da parte dei professionisti sanitari, il Segretario Generale FIALS, Giuseppe Carbone ha scritto al Sen. Pierpaolo Sileri, Vice Ministro della Salute chiedendo un incontro per definire assieme lo sviluppo professionale dei lavoratori della Sanità.
 
“La gestione della pandemia da parte del Servizio Sanitario Nazionale – evidenzia Carbone - ha palesato che il maggior sforzo ed il miglior risultato in tutte le fasi, purtroppo non ancora concluse, ha avuto come il vero protagonista assoluto e positivo, aldilà di ogni tentennamento o scelta felice di Stato e Regioni, il personale, ad iniziare dai professionisti sanitari e sociosanitari”.
 
“Come generalmente avviene per i reduci da evento bellico, gli effetti della pandemia, psicologici e non, avranno sui professionisti sanitari conseguenze per un tempo non programmabile. Il loro sacrificio, come pure le vite umane sacrificate, non devono essere vanificati. Soprattutto se si considera che una migliore gestione da parte di Stato e Regioni prima e durante l’effetto pandemico avrebbe potuto se non evitarlo, almeno ridurne la portata” scrive Carbone.
 
“Le tante donne e i tanti uomini del SSN non sono “guerrieri” inviati in una guerra santa contro un nemico invisibile e subdolo bensì dei “professionisti” e dei lavoratori che hanno assolto al loro dovere nella migliore maniera possibile e anche oltre, ben conoscendo la loro scelta di vita professionale – sottolinea il Segretario-. Gli eventi accaduti hanno ulteriormente dimostrato la specificità, l’originalità e la specialità del comparto rispetto a tutti gli altri, sia per la complessità e la numerosità delle professioni  che vi operano, tutte con un proprio distinto ambito di autonomia professionale, ma, soprattutto per il massimo valore che devono promuovere, garantire e tutelare cioè il diritto alla salute individuale collettiva, sancito dall’articolo 32 della nostra Costituzione Repubblicana come bene primario, fondamentale perché ogni individuo, ogni società, ogni Stato esista e continui ad esistere”.
 
Per dar voce alle richieste dei professionisti in piazza, tante le raccomandazioni della FIALS a Governo, Parlamento e Regioni “per riconoscere il valore dei professionisti necessita avviare subito l’iter per il rinnovo contrattuale del personale del SSN che contenga innanzitutto il riconoscimento della “specificità del comparto” del personale del SSN, equiparando le retribuzioni a quelle dei loro colleghi degli altri Stati dell’Unione Europea”.
 
“Un salario di poco più di quattordici euro l’ora stride con il loro valore dimostrato durante la pandemia- chiosa Carbone - . Bisogna che ci sia omogeneità contrattuale tra area dirigenziale e personale del comparto riconoscendo a tutti il diritto ad avere un incarico sia professionale che gestionale, nonché l’esclusività di rapporto ed il diritto ad esercitare l’attività libero-professionale. E’ fondamentale che venga vietato il ricorso a forme di lavoro precario che rasentano il caporalato, avviando procedure di internalizzazione, di interi reparti e servizi appaltati a sedicenti cooperative e ditte esterne. E’ essenziale che venga data la possibilità della mobilità incondizionata a livello regionale ed interaziendale”.
Nella sua lettera, il Segretario ribadisce che va “avviata una concertazione e condivisione delle decisioni con chi rappresenta il complesso del lavoro in sanità sanitario e da questo liberamente eletto e delegato, quindi non solo con le rappresentanze ordinistiche. Vanno realizzate “Unità di base interprofessionali per la salute nelle cure primarie” nelle quali in piena e distinta autonomia, ognuno secondo i propri ruoli e competenze, interagiscano ed operino medici, infermieri, ostetriche professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione, della prevenzione, psicologi, assistenti sociali, operatori sociosanitari etc..  Va valorizzata l’attività di ricerca sanitaria e va limitata la subalternità del SSN al sistema universitario.”
 
In ultimo, Carbone esorta a rivisitare la formazione universitaria “affinché siano avviate procedure di reclutamento di ulteriori docenti universitari nelle discipline caratterizzanti le professioni di cui alla legge 251/00. Va data la stessa dignità e pari ruolo tra docenti dipendenti del SSN e docenti dipendenti degli Atenei di qualsiasi grado e di tutte le professioni sanitarie di cui alla legge 3/18; i master specialistici dovranno necessariamente figurare come specializzazioni di primo livello abilitanti ad esercitare ulteriori competenze complesse ed avanzate”.

22 giugno 2020
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