Coronavirus. Fismu: “Nel Dl Liquidità un passo falso a danno dei medici di famiglia”
Il sindacato critica la misura che anticipa gli arretrati ai medici convenzionati per consentire loro di potenziare la sorveglianza a distanza dei pazienti cronici e Covid. “Bene gli arretrati del 2018, ma è un atto dovuto non uno scambio sulla reperibilità”.
10 APR - “Qualche luce e troppe ombre nell’ultimo decreto legge pubblicato in Gazzetta Ufficiale, per quanto riguarda i medici di medicina generale e del territorio (pediatri e specialisti ambulatoriali)”, questa la critica valutazione della Federazione Italiana Sindacale dei Medici Uniti-Fismu.
Per
Maurizio Andreoli, presidente nazionale Fismu, la nota positiva è “la corresponsione degli arretrati del 2018, appunto, a tutta l’area della medicina generale e pediatria, così come il riconoscimento della parte economica della Specialistica Ambulatoriale”.
“Le ombre sono diverse - spiega - intanto la formulazione dell’articolo che estende a tutta la giornata, 12 ore (?!?) la reperibilità ‘a distanza’ del medico di famiglia, intervenendo in modo confuso su un istituto già previsto contrattualmente cioè la disponibilità, tutto ciò senza prevedere una ridefinizione dell’organizzazione degli ambulatori, del personale e dell’orario di accesso ai pazienti, che, ricordiamo, non solo solo quelli affetti dal Covid19. In cambio di questa cosiddetta reperibilità, viene corrisposto un arretrato che invece è un atto dovuto dopo tanti anni di ritardi”.
“Quindi, dulcis in fundo - continua - si impone la dotazione di piattaforme digitali, sempre a spese dei professionisti, per seguire da remoto i cronici o i pazienti in quarantena. Tutto ciò sempre che anche i pazienti siano in possesso di analoghe strumentazioni e che il territorio, cioè le località interessate consentano un buon funzionamento di queste piattaforme. Il che in Italia è un terno al lotto, ed è anche una improvvisazione”.
“Si rimedi a questi errori, in sede di conversione del decreto - aggiunge ancora Maurizio Andreoli - si modifichino le norme citate. Gli ambulatori in queste settimane sono sotto pressione per il Covid19, pur continuando a dare risposte alla domanda di salute di tutti i pazienti e in particolare modo dei cronici. La formulazione degli articoli sulla reperibilità e sulle piattaforme digitali lascia in un cono di ombra tutte le criticità che abbiamo posto. Così si va incontro al caos, proprio mentre si predica (bene) sul ruolo strategico del territorio nella lotta contro il coronavirus”.
“Ritorniamo a fare appello al Governo, al ministro Speranza, al Parlamento e ai presidenti delle Regioni - conclude
Francesco Esposito, segretario generale Fismu - perché rimangono irrisolti molti altri problemi e inevase proposte avanzate in queste settimane: il nodo dell’estensione dei dispositivi di sicurezza e dei sistemi di prevenzione (tamponi) anche a tutti i medici del territorio convenzionati, ora esclusi, a partire dai medici di medicina generale, del 118, i pediatri e gli specialisti ambulatoriali. Maggior coordinamento e dialogo con i medici da parte delle Aziende sanitarie. Quindi, la previsione di un pacchetto di aiuti per i giovani medici, la stabilizzazione dei precari e dei cosiddetti camici grigi, la definizione per tutta la durata della crisi di una indennità di rischio straordinaria e il sempre più urgente scudo legale. E, infine, l’istituzione di un fondo pubblico per le famiglie degli operatori sanitari vittime della pandemia, già oltre cento solo tra i medici”.
10 aprile 2020
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