Risk Management. “Serve un approccio uniforme sul territorio”. Il convegno alla Sapienza di Roma
Al via oggi alla Università capitolina un evento su rischio clinico e contenzioso. Apriranno i lavori: Pierpaolo Sileri, Vice Ministro della Salute; Pasquale Tridico, Presidente INPS; Eugenio Gaudio, Magnifico Rettore Sapienza; Raffaele Migliorini; Vincenzo Panella, Direttore Generale Policlinico Umberto I Roma. Fineschi: “Una peer review per giudicare l’operato di altri medici”.
12 FEB - “Criteri di gestione comuni che consentano a tutti gli ospedali di seguire il medesimo approccio, una sorta di linee guida su scala nazionale di gestione del risk management. Per fare questo è fondamentale un confronto tra le parti e l’individuazione di modelli virtuosi nelle varie strutture ospedaliere, con l’obiettivo di crescere metodologicamente insieme”. A dichiararlo è il professor
Vittorio Fineschi, ordinario di Medicina Legale alla Sapienza Università di Roma in occasione del convegno “Il rischio clinico e la gestione del contenzioso” organizzato dalla stessa Università con la partnership di Consulcesi e Sanità In-Formazione.
“La prima giornata – si legge in una nota - è stata dedicata alla sicurezza delle cure tra rischio clinico e gestione del contenzioso e al confronto sulle recenti novità giurisprudenziali che hanno interessato il settore della responsabilità professionale con 10 sentenze della Corte di Cassazione in ambito civilistico e una della Cassazione a sezioni unite in ambito penalistico. Le tematiche affrontate hanno spaziato dalla violazione del consenso informato, al verificarsi della complicanza o delle infezioni, al nesso di causa e alle molteplici problematiche in materia di valutazione del danno ed hanno evidenziato, in ogni caso, l’importanza di un approccio uniforme in ottica di una completa attuazione della legge Gelli”.
“La legge Gelli ha dato la direzione su come agire e lavorare alla quale noi ci stiamo adeguando. - ha commentato Fineschi - Questi anni sono stati importanti perché ormai a distanza di due anni, stiamo creando una situazione di consenso intorno alla legge e intorno a ciò che essa dice. Chiaramente il percorso è lungo e i decreti attuativi, in tal senso, daranno un ulteriore miglioramento a questa legge”.
Rischio clinico ed il problema della sicurezza delle cure. “Sono da anni – prosegue la nota - al centro di un ampio dibattito che vede le organizzazioni sanitarie impegnate ad individuare strumenti per migliorare qualità e prevenzione in ambito assistenziale. Negli ultimi anni, si evidenzia un aumento esponenziale delle azioni giudiziarie intentate da pazienti e loro congiunti nei confronti dei medici e delle strutture sanitarie, sia pubbliche che private. È stato calcolato che a livello nazionale, a fronte di 8 milioni di ricoveri annui, almeno 320mila pazienti siano coinvolti in errori o difetti organizzativi delle strutture ospedaliere. Il numero dei nuovi contenziosi annui a livello nazionale è compreso fra 10mila e 12mila. Proprio l’attività di Risk Management individua e definisce tutti gli interventi finalizzati a identificare, gestire e ridurre i rischi connessi all’attività sanitaria in generale, e quella dei suoi professionisti in particolare, con auspicate ripercussioni favorevoli sul livello di contenzioso in Italia”.
Gestione del Contenzioso. “Altro tema – rimarca la nota - al centro dei lavori che di fatto si realizza quando non si è riusciti a trovare una soluzione conciliativa fra le parti e si deve ricorrere nell’aula di un Tribunale per dirimere la controversia. La legge Gelli, con l’articolo 15, ha introdotto l’obbligo per i giudici di nominare sempre un collegio, composto perlomeno da due professionisti tra le quali un medico legale ed uno specialista nella branca oggetto di disputa”.
“Bisogna andare sempre più verso una maggiore qualità nella gestione dei processi valutativi propri della fase contenziosa, secondo il percorso indicato dalla legge Gelli – dichiara Fineschi - La qualità è fondamentale per essere sempre in grado di giudicare l’operato di altri medici, quindi una peer review come direbbero gli anglosassoni, una valutazione dei comportamenti tra pari: solo così il giudice avrà la migliore disamina possibile da un punto di vista scientifico per assumere la decisione più giusta e corretta rispetto al caso incriminato”.
Da questa riflessione, emerge il ruolo decisivo del Consulente Tecnico d’Ufficio, anzi del Collegio peritale, e la “necessità di operare per rendere sempre più alta la competenza dei suoi componenti”.
“Un’altra tematica – evidenzia la nota -, di assoluta rilevanza ed attualità, è stata quella assicurativa, dove sono stati esposti i dati raccolti nel corso di quest’ultimo periodo, evidenziando criticità e prospettive rispetto alle scelte aziendali di accollarsi almeno parte del rischio economico derivante da possibili eventi avversi, ovvero mantenere fede alla consolidata esperienza di rimetterlo integramente sull’assicuratore di turno o, infine, ricorrere ad un sistema misto. È chiaro che, quale che sia la scelta operata dall’azienda, le conseguenze si potranno vedere soltanto nel lungo periodo, venendo in rilievo un rischio dalle caratteristiche temporali particolarmente ampie, senza voler dimenticare il ruolo, estremamente delicato e tutto ancora da svelare, che i decreti attuativi verranno ad assumere in tema di assicurazione dei rischi sanitari”.
In conclusione, “al principale appuntamento annuale su rischio clinico e contenzioso sono state affrontare tutte tematiche di sicuro interesse ed ancora grandemente dibattute da tutti i protagonisti della scena politica, legislativa e giudiziaria, con l’unico scopo, emerso in modo evidente, di trovare insieme soluzioni davvero condivise ed uniformi che possano costituire la pietra angolare su cui potrà poggiarsi l’intero sistema sanitario”.
12 febbraio 2020
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