Friuli Venezia Giulia. Cup in farmacia anche nell'isontino. Olivetti (Ordine farmacisti Gorizia): “Ma il pagamento esclusivo con Pos resta un grosso limite”
di Endrius Salvalaggio
La presidente dell’Ordine professionale evidenzia la disparità rispetto al territorio di Trieste, dove è possibile pagare le prestazioni con contante, carta di credito/debito, e punta il dito anche contro il mancato supporto con l’Asl. “A parte avere organizzato due serate per spiegare come funziona il servizio, non ha messo a disposizione altro”.
10 FEB - Dal primo di gennaio 2020 l’azienda sanitaria di Gorizia è diventata Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina (AsuGi) con sede a Trieste, creando insieme alla precedente Azienda sanitaria universitaria integrata di Trieste, una nuova realtà. Da fine dicembre nell’Isontino, su base volontaria, è iniziato il servizio del Cup generalizzato direttamente nelle Farmacie, dove è data all’utenza la possibilità di prenotare le visite specialistiche ed esami. In questo modo tutta l’area Isontina Asu Gi è stata uniformata con un unico Cup regionale. “Il servizio dei Cup nelle farmacie di Gorizia, è iniziato verso metà dicembre scorso – spiega la Presidente dell’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Gorizia,
Anna Olivetti – e quello che avevamo anticipato qualche mese fa resta ancora una criticità. Se nel territorio di Trieste è possibile pagare le prestazioni con contante, carta di credito/debito, nel nostro territorio sarà possibile pagare solo con il pos. Questo resta un grosso limite per il nostro territorio che andrà sanato armonizzando gli accordi”.
Resta, quindi, ancora, irrisolto questo primo problema già evidenziato in questa testata lo scorso settembre. Ciò detto si tratta di un accordo importante firmato nel 2019, che va senza dubbio incontro ai bisogni dei cittadini, soprattutto dei piccoli centri rurali, considerando che l’età media è in aumento e che con questa aumentano anche le patologie croniche e il bisogno di curarsi di più.
Sennonché “Oltre al problema sull’uso del contante o meno – continua Olivetti - resta un’altra grossa criticità. Con il Cup in farmacia, un cittadino, tranne quei pochi esami che si prenotano direttamente in reparto, può prenotare tutti gli esami che gli servono. A differenza dell’Area di Trieste che ha il Cup da oltre vent’anni e i farmacisti sono stati sempre seguiti - in caso di bisogno - dal personale dell’azienda Sanitaria, le farmacie isontine sono partite con il Cup senza avere un canale di supporto con l’Azienda Sanitaria. Se dovessimo avere bisogno di aiuto, noi che iniziamo ora a fare Cup, ci rivolgiamo ad un collega farmacista di Trieste più che all’Azienda sanitaria che, a parte avere organizzato due serate per spiegare come funziona il servizio, non ha messo a disposizione altro”.
E’ incontestabile l’importanza di questo progetto il cui servizio è fondamentale per l'utenza e rappresenta un passaggio importante verso la farmacia dei servizi che sarà il naturale percorso di crescita della Farmacia italiana; ciò che l'Ordine osserva è che, forse, si sarebbe dovuto procedere per gradi attraverso una formazione maggiore e/o un periodo di prova prima di iniziare con questo servizio nuovo. Alla luce di queste criticità è naturale pensare che l'investimento fatto dalla azienda sanitaria triestina molto tempo fa, fornendo le farmacie dell'hardware necessario, abbia reso quest'ultima un partner interessato al migliore funzionamento del servizio.
Resta altresì irrisolto il nodo riguardante le difformità di accordi sul territorio di una unica azienda sanitaria che causa la perplessità di alcuni Farmacisti restii ad aderire a questo importante servizio.
Endrius Salvalaggio
10 febbraio 2020
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