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Farmacisti ospedalieri europei a Congresso a Milano. Sifo: "Siamo modello in Europa"


Si apre oggi a Milano il Congresso della European Association of Hospital Pharmacists. Fabrizio (Sifo): “I professionisti delle Asl italiane rappresentano una realtà unica nel Continente. L’obiettivo ora è essere più presenti nei reparti come i colleghi anglosassoni”.

21 MAR - “Il nostro è l’unico Paese in Europa a disporre di Servizi Farmaceutici Territoriali in grado di funzionare da tramite tra l’ospedale, i cittadini e i medici di famiglia”. Ad affermalo è l Sifo (Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie), protagonista al Congresso della Eahp (European Association of Hospital Pharmacists) che si apre oggi Milano con la partecipazione di 3500 iscritti. E nel seminario tradizionalmente dedicato alla nazione ospitante grande spazio è riservato al ruolo dei farmacisti delle Asl. “Questi professionisti rispondono in modo ottimale alle esigenze legate alla progressiva deospedalizzazione”, afferma Laura Fabrizio, presidente Sifo. “Infatti – aggiunge - si sono formati in ambiti particolarmente strategici del Servizio sanitario nazionale: operano presso farmacie ospedaliere e Servizi farmaceutici territoriali dove gestiscono non solo medicinali di fascia A e C ma anche dispositivi medici, diagnostici, radiofarmaci, farmaci orfani e farmaci di fascia H innovativi ed ad alto costo, nonché prodotti galenici sterili e non sterili preparati in laboratori ad elevato livello tecnologico”.

Il nostro Paese si distingue in Europa anche per l’eccellenza raggiunta nella formazione. “Siamo gli unici – ha spiegato Francesca Venturini, membro del Consiglio Direttivo Sifo - a prevedere l’obbligatorietà delle scuole di specializzazione, che sono 22 nel nostro territorio. Inoltre, attraverso la condivisione dei programmi accademici su un’unica piattaforma informatica, abbiamo assicurato uno standard uniforme del percorso formativo”.

Secondo la Sifo, però, ci sono ancora lacune da colmare, in particolare rispetto ai Paesi anglosassoni. Un nodo riguarda il rapporto farmacista/posti letto che in Italia non è ancora regolato da norme. “Il farmacista di reparto è una realtà consolidata da tempo ad esempio in Inghilterra e Germania”, ha affermato Nicoletta Ambrogi della Asl 4 di Terni. “È la figura professionale che – ha aggiunto -, affiancando il medico in corsia, porta significativi vantaggi sia ai pazienti, in termini di sicurezza e di maggiore consapevolezza delle cure cui si sottopongono, sia al Servizio sanitario in termini di risparmio, grazie a un uso più efficiente delle risorse. La Sifo ha condotto una sperimentazione in cui questa figura è stata introdotta nei dipartimenti oncologici di cinque ospedali italiani. Ma per estenderla a tutti i reparti è necessario aumentare il numero dei farmacisti in rapporto ai posti letto”.

Tema del Congresso Ehap è la cura dei pazienti più fragili, in particolare bambini e anziani. “È essenziale – ha concluso Fabrizio a tale proposito - definire standard di cura dal punto di vista del farmacista ospedaliero per questi gruppi di pazienti che presentano caratteristiche uniche e che richiedono maggiori attenzioni”.
 

21 marzo 2012
© Riproduzione riservata

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