Infermiere di famiglia. Il no dello Snami: “La responsabilità delle cure domiciliari è del medico”
Il sindacato autonomo critica il ddl M5S che andrebbe a modificare la legge 502/92 introducendo di fatto una nuova figura nell’erogazione dell’assistenza distrettuale con la responsabilità delle cure domiciliari nell’équipe di distretto.
09 LUG - “C’e’ un po’ di confusione - sostiene
Angelo Testa, presidente nazionale dello Snami - come purtroppo è già successo gli anni scorsi e si andrebbe a costruire una casa senza le fondamenta. C’è il massimo riconoscimento da parte della Medicina Generale dell’alta professionalità degli infermieri che saranno degli ottimi alleati del Medico nella gestione dei pazienti cronici. Il problema che viviamo però è la carenza delle figure infermieristiche che inequivocabilmente mancano sia nel territorio che negli ospedali, per cui non si capisce da dove verranno recuperati tutti questi infermieri”.
“Altra leggenda metropolitana - sottolinea
Salvatore Cauchi, addetto stampa nazionale dello Snami - è che l’esubero degli accessi ai pronto soccorso dipendano dallo scarso filtro del territorio e che l’infermiere di famiglia possa in tal senso essere la panacea di tutti i mali, addirittura riducendo i tempi di degenza ospedaliera. Tutti sappiamo, solo gli stolti lo vogliono consapevolemente ignorare, che sin quando le liste d’attesa per le prestazioni saranno infinite, non verranno applicati correttamente i codici delle priorità per visite ed esami e soprattutto non verranno fatti pagare ticket significativi, i Pronto Soccorso saranno intasati sempre di più”.
“Iniziamo ad impiegare più Infermieri da subito - conclude Angelo Testa - nell’attuale contesto, e smettiamola una volta per tutte di inventarci soluzioni inadeguate alla oggettiva situazione della Sanità odierna, a meno che si pensi di importare Infermieri dall’estero o formarne dei nuovi sottopagandoli”.
09 luglio 2019
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