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Farmacisti. Corte dei conti su Enpaf: “Utile 2017 a 138 mln”. Ma sollecita riscossione crediti verso gli iscritti


I giudici contabili nella loro verifica sull’esercizio 2017 dell’Ente previdenziale “non evidenziano significativi profili di criticità”. Il risultato della gestione caratteristica mostra un incremento (+6,408 milioni sul 2016), con i ricavi da contributi in lieve aumento (+1,02 per cento) ed una significativa diminuzione dei costi per le prestazioni previdenziali e assistenziali (-2,30 per cento). IL DOCUMENTO

20 MAG - “Anche per il 2017, i risultati di gestione dell’Enpaf non evidenziano significativi profili di criticità. Il 2017 chiude, infatti, con un utile di 138,302 milioni, sia pure inferiore rispetto al 2016 di 8,047 milioni. Il risultato della gestione caratteristica mostra un incremento (+6,408 milioni sul 2016), con i ricavi da contributi in lieve aumento (+1,02 per cento) ed una significativa diminuzione dei costi per le prestazioni previdenziali e assistenziali (-2,30 per cento)”. È quanto scrive la Corte dei conti nella loro verifica sull’esercizio 2017 dell’Ente previdenziale dei farmacisti (Enpaf).
 
“Diminuisce – rileva la Corte -, infatti, da un lato, la spesa per prestazioni previdenziali e assistenziali di 3,568 milioni, mentre il gettito complessivo dei contributi si incrementa di 1,779 milioni. Il positivo saldo previdenziale continua ad essere influenzato in modo significativo dal contributo dello 0,90 per cento, il cui gettito (pari a 88,729 milioni, contro i 89,419 milioni nel 2016) è, peraltro, in tendenziale, continua diminuzione dal 2010. All’andamento del risultato di esercizio contribuisce anche il saldo tra proventi ed oneri finanziari, che si attesta nel 2017 a 61,779 milioni, valore inferiore per circa 1 milione a quello del precedente esercizio”.
 
“Vi contribuiscono – precisano i giudici contabili - dividendi azionari per 8,276 milioni (4,816 milioni nel 2016), “altri proventi finanziari”, tra cui interessi bancari e plusvalenze da cessione su titoli per 19,909 milioni (21,696 milioni nel 2016), nonché proventi derivanti dall’investimento in obbligazioni per 32,734 milioni (32,749 milioni nel 2016). Il valore del patrimonio netto, a fine 2017 è pari a 2.371 milioni (2.233 milioni nel 2016) e supera ampiamente, con un indice di copertura pari a 15,7 annualità, il limite delle cinque annualità delle pensioni correnti, stabilito con il decreto interministeriale del 29 novembre 2007”.
 
Per quanto riguarda la consistenza del patrimonio immobiliare la Corte “registra tra il 2016 e il 2017 una diminuzione (a valori di bilancio) di 2,026 milioni. Il rendimento contabile netto, calcolato sul valore medio degli immobili, si attesta, nel 2017, al 3,78 per cento (nel 2016, al 3,08 per cento); se riferito, invece, al valore corrente degli immobili, come stimato dall’Ente, si aggira attorno all’1,37 per cento. Rispetto al 2016, aumenta di 159,7 milioni la consistenza del portafoglio titoli mobiliari, attestandosi sulla cifra di 1.807,3 milioni per effetto principalmente dell’incremento dei titoli iscritti nell’attivo circolante. Il rendimento netto complessivo del patrimonio mobiliare si colloca, nel 2017 all’1,4 per cento (2 per cento nel 2016)”.
 
Dal lato dei rendimenti medi netti della gestione mobiliare e immobiliare dell’Enpaf essi “sono stati nel 2017 pari a 35,997 milioni. Riguardo alla gestione caratteristica va posto in evidenza che: - il numero degli iscritti si incrementa di 2.001 unità (con un tasso di aumento del 2,18 per cento sul 2016). Aumenta anche il numero degli iscritti (24.732 contro 22.024 del 2016) che hanno optato per il contributo di solidarietà. Il rapporto tra numero degli iscritti (al netto dei versanti il contributo di solidarietà) e quello dei trattamenti pensionistici erogati è risultato pari a 2,77, come nel 2016; - aumenta tra il 2016 e il 2017, di 6,408 milioni circa, il saldo della gestione caratteristica; - continua a rivestire significativa consistenza la massa dei crediti della Fondazione verso iscritti e terzi, che nel 2017 si attesta (al netto del fondo svalutazione) a 55,882 milioni (61,839 nel 2016), di cui 14,424 milioni (19,753 nel 2016) afferenti al debito delle Asl per il contributo dello 0,90 per cento. I crediti nei confronti degli iscritti, al lordo degli accantonamenti al fondo svalutazione, raggiungono nel 2017 l’importo di 65,386 milioni (59,387 nel 2016), rappresentato per oltre 46 milioni da crediti pregressi. Al netto degli accantonamenti all’apposito fondo di svalutazione, al 31.12.2017 pari a 24,033 milioni, i crediti nei confronti degli iscritti ammontano nel 2017 a 41,353 milioni”.
 
Tenuto conto della rilevante consistenza dei crediti verso gli iscritti, si ribadisce l’esigenza – sottolineata anche dal Collegio dei sindaci – che “l’Ente ponga in essere ogni utile iniziativa ai fini della loro sollecita riscossione. La positiva valutazione dell’attuario riportata nelle precedenti relazioni, in ordine alla sostenibilità della gestione per l’intero arco temporale 2015-2064, trova sostanziale conferma nei risultati del nuovo documento attuariale di cui l’Enpaf si è dotato, relativo all’arco temporale 2018-2067”.

20 maggio 2019
© Riproduzione riservata

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