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Donazione corpo post-mortem. Chirurghi: “Ddl fondamentale per formazione e ricerca”


La Società italiana di chirurgia accoglie con entusiasmo l'approvazione del ddl che regola e semplifica la donazione post-mortem del proprio corpo alla scienza con fini di studio: “È stato fatto un primo fondamentale passo che favorirà la ricerca scientifica e la formazione in ambito chirurgico nel nostro Paese, indispensabile per gli studenti di medicina”

02 MAG - “È stato fatto un primo fondamentale passo che favorirà la ricerca scientifica e la formazione in ambito chirurgico nel nostro Paese. La legge è indispensabile per gli studenti di medicina che avranno la possibilità di sperimentare e aggiornarsi così come fanno i loro colleghi all’estero”. Lo afferma in una nota il direttivo della Società Italiana di Chirurgia, presieduto dal dottor Paolo De Paolis, commentando l’approvazione all’unanimità dei giorni scorsi in Senato del disegno di legge che regola e semplifica la donazione post-mortem del proprio corpo alla scienza con fini di studio.
 
“L’approvazione all’unanimità - aggiunge De Paolis - è un segnale forte che da uomini di scienza apprezziamo, la speranza ora è che la Camera licenzi il provvedimento con altrettanta velocità e convinzione”.
 
Il direttivo della Società Italiana di Chirurgia analizza i benefici che la nuova norma porterebbe nell’ambito della ricerca: “Al di là dell’aspetto politico, con la legge che va a colmare alcune lacune legislative e fornisce risposte alla scarsità di informazione fra i cittadini, centrale è la convenienza scientifica con la donazione del corpo che potrà essere usato per fini di alto valore etico. La dissezione dei cadaveri ai fini di studio in ambito chirurgico è fondamentale perché permette di sperimentare interventi di particolare difficoltà ma anche nuove tecniche e naturalmente di utilizzare gli ultimi ritrovati in campo tecnologico”.
 
Per la Sic poi c’è la questione della formazione. “Non avendo avuto questa possibilità in Italia molti giovani chirurghi hanno deciso di specializzarsi all’estero dove la dissezione dei cadaveri per fini scientifici è pratica consentita e consolidata. La norma dunque si inserisce nell’attualissima questione legata alla carenza di chirurghi e alla fuga di molti giovani cervelli dando una delle risposte che il comparto medico aspettava da tempo. Questo è un investimento sulla scienza medica e la ricerca - conclude la nota - che porterebbe un grandissimo vantaggio al sistema sanitario italiano”. 

02 maggio 2019
© Riproduzione riservata

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