Primo Maggio. Anaao: “Non c’è più tempo da perdere: intervenire subito per sostenere e difendere il lavoro nella sanità pubblica”
Il segretario del sindacato della dirigenza medica e sanitaria Carlo Palermo alla vigilia della Festa dei lavoratori rilancia l’allarme sulle condizioni dei professionisti del Ssn. “La festa dei lavoratori che si celebra domani, cade in un periodo di grave crisi professionale dovuta alla mancanza di certezze per chi, medici e dirigenti sanitari, lavora nella sanità italiana”
30 APR - “La festa dei lavoratori che si celebra domani, cade in un periodo di grave crisi professionale dovuta alla mancanza di certezze per chi, medici e dirigenti sanitari, lavora nella sanità italiana. Lo testimonia l’enorme eco dei dati diffusi dall’Anaao Assomed sulla carenza di professionisti nelle corsie degli ospedali che sta diventando una vera e propria emergenza nazionale. E i rimedi proposti sono peggiori del male: da più parti si prospettano soluzioni fantasiose che mal celano la reale intenzione di privatizzare il nostro sistema sanitario”, avverte il Segretario Nazionale Anaao Assomed,
Carlo Palermo.
“La ricorrenza - ricorda Palermo – coincide anche con una trattativa per il rinnovo del contratto di lavoro 2016-2018 ferma in una inaccettabile fase di stallo dopo 10 anni di blocco imposto dai governi precedenti. Alla soluzione del disagio dei medici e dirigenti sanitari può contribuire anche lo strumento contrattuale recuperando ruolo e dignità del lavoro che svolgiamo a garanzia di un diritto costituzionale, per fermare le denunce che ci giungono quotidianamente da parte dei Colleghi per le insostenibili condizioni di un lavoro sempre più precario, per sollevarli dal diffuso burnout e arginare le fughe verso il privato o, peggio, verso altri paesi dove valorizzazioni professionali, condizioni di lavoro e stipendi sono di gran lunga più soddisfacenti”.
“Noi abbiamo fatto la nostra parte non solo lanciando un allarmante SOS, ma proponendo alcune concrete soluzioni:
- attivare i concorsi a tempo indeterminato perché le carenze attuali (circa 10 mila specialisti) sono essenzialmente dovute al blocco del turnover partito nel 2009;
- assumere a tempo determinato gli specializzandi dell'ultimo anno, modificando la legislazione vigente: sono circa 6.200 e potrebbero fornire un contributo superiore a quello di un neolaureato;
- incrementare i contratti annuali per la formazione post laurea portandoli ad almeno 10 mila;
- assumere neo laureati con contratto di Lavoro/Formazione inserito in un percorso unico ed omogeneo di acquisizione del titolo di specialista;
- valorizzare il lavoro in ospedale garantendo adeguati incrementi economici con il contratto 2016/2018 ed aprendo in tempi rapidi quello 2019/2021, il cui finanziamento appare al momento largamente insufficiente;
- utilizzare la Ria (retribuzione individuale di anzianità), oggi dispersa in mille rivoli aziendali, per remunerare il disagio e costruire un percorso di carriera professionale;
- rivalutare l'indennità di esclusività ferma ai valori del 2000.
“La politica ora deve farsi carico delle soluzioni adeguate per salvare la sanità pubblica ed il lavoro dei professionisti da un imminente default”, sollecita infine Palermo. “Non bastano buoni propositi o dichiarazioni dal sapore pre-elettorale. Non c’è più tempo da perdere: dobbiamo intervenire subito per sostenere e difendere il lavoro nella sanità pubblica, l’unico in grado di mantenere e migliorare le condizioni di salute dei cittadini italiani, salvaguardando i principi di universalità, equità e solidarietà. Faremo tutto il possibile affinché la politica ci dia risposte adeguate alla gravità dei problemi che viviamo”.
30 aprile 2019
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