Precariato. Fimmg: separare l’accesso all’Emergenza Territoriale da quello della Medicina Generale
Svincolare gli incarichi per i medici 118 dal corso di medicina generale sia come risposta al precariato, sia per un’esigenza professionale. Francesco Marino, resposabile Fimmg Settore Emergenza: “Predisporre una graduatoria regionale di settore previo superamento corso di abilitazione all'emergenza secondo normativa vigente aperto a medici laureati ed abilitati”.
11 GEN -
Francesco Marino, responsabile nazionale FIMMG (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale) Settore Emergenza, afferma in una nota che "la Federazione da tempo propone di svincolare gli incarichi per i medici 118 dal corso di medicina generale sia come risposta al precariato, sia per un’esigenza professionale e sia per dare una opportunità di lavoro ai cosiddetti medici senza futuro, coloro che non accedono alle scuole di Specializzazione e al Corso di formazione specifica in medicina generale (CFSMG) per insufficienza del numero delle borse formative previste dal ministero".
"Contro il precariato urge stabilizzare ora, non come
proposto in Sicilia che lega la stabilizzazione dei precari dell’emergenza al CFSMG, vincolando l'accesso allo stesso corso solo ai Medici con almeno 18 mesi di servizio - dichiara Marino -. Questa decisione crea 2 grosse criticità, la prima è quella di aumentare il precariato di almeno altri 4 anni (3 di corso più i mesi di attesa di inizio dello stesso), la seconda perché inpedisce definitivamente l'accesso al tempo indeterminato a chi non ha 18 mesi di servizio".
"La proposta FIMMG consiste nel
separare l’accesso all’Emergenza Territoriale da quello della Medicina Generale - spiega la nota -, predisponendo una graduatoria regionale di settore previo superamento corso di abilitazione all'emergenza secondo normativa vigente aperto a medici laureati ed abilitati, per l'accesso agli incarichi a tempo indeterminato in EST.
L’obiettivo è garantire standard di medicalizzazione omogenei su tutto il territorio così da garantire soprattutto ai pazienti le stesse opportunità assistenziali su tutto il territorio nazionale prevedendo un mezzo di soccorso avanzato con Medico, Infermiere ed Autista soccorritore, figure professionali tutte essenziali per organizzare un soccorso efficace, ogni 60.000 abitanti. Questo modello deve essere adattato naturalmente alle singole realtà Regionali così da dare risposte omogenee anche alle reti Tempo Dipendenti secondo quanto previsto dal DM 70 del 2015.
Le regioni che hanno costruito l'EST con questi standard - prosegue la nota - hanno performance su esiti a fine missione di oltre il 30% di pazienti trattati e lasciati al proprio domicilio. Ci piacerebbe sapere se altre regioni che hanno puntato sulla demedicalizzazione spinta hanno gli stessi esiti di trattamento domiciliare. Abbiamo provato ad avere riscontri ma sembrano dati coperti da segreto. Attendere i tre anni del corso di formazione in medicina generale vuol dire mettere a rischio il sistema 118 e soprattutto l'assistenza ai pazienti, perché dopo la fine del CFSMG bisogna sostenere il Corso di Abilitazione all’Emergenza per poter accedere ad incarichi nell’Emergenza.
A conclusione bisogna assolutamente prevedere anche per i medici dell'EST la possibilità di accedere al CFSMG, previo superamento di concorso, e in una percentuale di posti prevista nel bando regionale che mantenga un rapporto congruo al mantenimento della qualità del percorso formativo, dopo un certo numero di anni di attività a tempo indeterminato (5 ad esempio) in extranumero e senza borsa di studio, per poter accedere alla graduatoria per la Medicina Generale. É impensabile passare tutta la vita lavorativa in Emergenza Territoriale - conclude la nota -, lavoro altamente usurante, qual'è l'attività sulle ambulanze, ed avere quindi la possibilità ai 50-60 anni di poter accedere alle graduatorie di Assistenza Primaria".
11 gennaio 2019
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