Open day riabilitazione. Cliniche cattoliche: “Mostriamo il senso vero dell’accoglienza”
Così Padre Virginio Bebber dell'Aris sottolinea l’ entusiasmo che accompagna i Centri di riabilitazione associati nel prepararsi a vivere l’open day della riabilitazione, sull’onda dell’iniziativa lanciata dalla Cei. "Invitiamo quanti vogliano sincerarsi di quale sia il clima che si vive nelle Istituzioni che si richiamano ai principi ispirati dalla Chiesa Cattolica, significa cogliere un’occasione per dare conto del senso dell’accoglienza cristiana che guida il nostro operare”.
03 OTT - “Finalmente chi sparla senza vedere potrà, se vorrà, sincerarsi con i propri occhi quanto si usa troppe volte a sproposito il termine segregazione”. Così Padre
Virginio Bebber, presidente dell’Associazione Religiosa degli Istituiti Socio-Sanitari, sottolinea l’ entusiasmo che accompagna i Centri di riabilitazione associati nel prepararsi a vivere l’open day della riabilitazione, sull’onda dell’iniziativa lanciata dalla Conferenza Episcopale Italiana.
“Crediamo fermamente nell’obiettivo fissato dall’ Ufficio Nazionale per la Pastorale della Salute - dice il Presidente - : accendere un’attenzione particolare dell’opinione pubblica sui luoghi di accoglienza, terapia e riabilitazione, specificamente rivolti a persone con disabilità mentale”. Da sottolineare l’adesione della quasi totalità degli Istituti riabilitativi associati Aris all’ invito di Don
Massimo Angelelli, Direttore dell’Ufficio per la Pastorale della Salute, ad aprire le porte delle strutture il 16 ottobre prossimo per “dare visibilità e la dovuta attenzione ad un mondo complesso e fragile, spesso liquidato entro i contorni del disagio che poco racconta e molto esclude delle realtà di senso e significato che ogni persona e ogni contesto possono esprimere”.
“L’opinione pubblica – prosegue Padre Bebber - viene a volte messa di fronte a sporadici casi che, purtroppo si verificano in certe strutture, e si convince, o viene aiutata a convincersi, che il sistema sia molto più vicino alla segregazione che non all’accoglienza e alla cura. A parte il fatto che le porte delle nostre strutture sono sempre aperte, invitare - tutti insieme e nello stesso giorno - quanti vogliano sincerarsi di quale sia il clima che si vive nelle Istituzioni che si richiamano ai principi ispirati dalla Chiesa Cattolica, significa cogliere un’occasione per dare conto del senso dell’accoglienza cristiana che guida il nostro operare nel mondo della sofferenza e della fragilità umana”.
03 ottobre 2018
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