Nursing Up: raccolte 13mila firme per cambiare il contratto
De Palma: “Le adesioni alla petizione su Change.org sono al di sopra delle nostre aspettative. Il messaggio è chiaro: si riapra la contrattazione. Con questo strumento di democrazia diretta, chi ha firmato fa sentire la propria voce, il proprio dissenso, a coloro che hanno proposto e sottoscritto un Ccnl che penalizza di fatto gli infermieri italiani. LA PETIZIONE
14 MAR - Ha raggiunto le 13 mila firme in una settimana
la petizione lanciata dal sindacato degli infermieri Nursing Up su change.org per chiedere la modifica del contratto del comparto Sanità siglato il 23 febbraio scorso da Cgil, Cisl, Uil e Fsi.
“Le adesioni sono al di sopra delle nostre aspettative”, dice il presidente del Nursing Up
Antonio De Palma. “Il messaggio è chiaro: si riapra la contrattazione. Con questo strumento di democrazia diretta, chi ha firmato sulla piattaforma Change.org fa sentire la propria voce, il proprio dissenso, a coloro che hanno proposto e sottoscritto un Ccnl che penalizza di fatto gli infermieri italiani. Una categoria di lavoratori che ha aspettato nove anni per il rinnovo contrattuale e ora si vede recapitare una condanna senza appello sotto forma di contratto”, dice ancora De Palma. “I professionisti sanitari si meritavano almeno di essere valorizzati, invece saranno costretti a turni ancora più massacranti senza neanche la possibilità di poter rappresentare le proprie ragioni perchè l'unica legge è l'aziendalizzazione a tutti costi: è questo il futuro della Sanità?”.
Alla luce del risultato, il sindacato ha ora organizzato assemblee su tutto il territorio nazionale per ascoltare gli infermieri, raggiungendoli negli ospedali e nelle Asl di tutta Italia.
Intanto prosegue la possibilità di sottoscrivere la petizione.
Ecco i punti del nuovo Ccnl contestati dal Nursing Up sulla pagina di Change.org:
“- Nessun riconoscimento al cuore pulsante dell’assistenza, la vera macchina, quella costituita dagli infermieri senza incarichi, quelli senza i quali la sanità sarebbe un enorme carrozzone allo sfascio: 67 euro di aumento tabellare ad un infermiere in categoria “D” grida vendetta! Gridano vendetta i 79,50 euro lordi di aumento ai quali avrà diritto Angela, una collega infermiera che ha chiamato il sindacato “indignata” e che ha iniziato a lavorare il 1° novembre 1982 . Ebbene Angela , oggi in categoria D5, si troverà ad avere, grazie a questo contratto - dopo 35 anni di servizio trascorsi tra chirurgia generale, rianimazione e servizi territoriali- il lauto aumento di 79,50 euro lordi. Angela ha ragione di essere arrabbiata, dopo ben 35 anni di servizio …
- È stata riesumata una locuzione caratteristica dei vecchi contratti, inerente alla prestazione lavorativa giornaliera, "non superiore alle 12 ore continuative a qualsiasi titolo prestate" , in tal modo rendendo evidente il rischio di sdoganare le contestatissime "lunghe", cioè turni di servizio massacranti e continuativi di 12 ore che gli infermieri più non tollerano. Questa norma pare non tener conto del fatto che la stessa legge 24/2017 introduce, nell'ambito della prevenzione dei rischi, il concetto dell'obbligo di prevenzione dei rischi messo in predicato da orari di lavoro troppo lunghi. Questa norma pare non tener conto nemmeno della sicurezza dei cittadini, che hanno diritto ad un'assistenza scevra dai rischi che potrebbe invece comportare l'utilizzo di personale infermieristico attraverso turni continuativi ed ai limiti della sopportazione .
- Importi delle indennità fermi a 15 anni or sono, per un'ora di servizio notturno prestata da un infermiere dalle ore 22 alle ore 06, viene riconosciuta un'indennità di euro 2,74 lordi!
- Una esasperante precarizzazione del rapporto di lavoro: infermieri specialisti, esperti , coordinatori e caposala inseriti nelle funzioni organizzative sottoposti a continue valutazioni annuali, a selezioni triennali o quinquennali con il rischio, in caso di esito sfavorevole, di perdere incarico, indennizzo e di dover pure tornare al profilo di provenienza ( infermiere di base) senza ringraziamenti o complimenti.
- Un evidente sfruttamento di tutti i professionisti ai quali viene conferito l’incarico di funzione organizzativa con riconoscimento della relativa indennità (purchè pari o superiore a 3227,85 euro), perché gli stessi potranno essere chiamati a fare sino a 250 ore di straordinario all’anno, senza essere retribuiti per questo.
- Lo straordinario viene reso obbligatorio, fatto questo gravissimo per gli infermieri, perché si appalesa come una modalità "di fatto " per elevare, salvi solo " giustificati motivi di impedimento per esigenze personali o familiari" , l'orario di lavoro del personale a ben oltre le 36/40 ore settimanali . Limite che, lo ricordiamo , è frutto di conquiste e battaglie sindacali del passato. Non è accettabile che ci venga chiesto di "giustificare al datore di lavoro" le nostre esigenze personali e familiari per attività che esulano dal nostro ordinario orario di lavoro"
- Una evidente implementazione di ulteriori forme di esasperazione dello strapotere aziendale: un dipendente non potrà più rifiutarsi di fare lo straordinario se non per “giustificate ragioni personali”. Tutto questo , in una sanità fatta di costante emergenza, significa praticamente dilatare surrettiziamente l’orario ordinario degli interessati di altre 180 / 250 ore annue.
- Gli Enti avranno potere di vita e di morte sugli incarichi, sono loro che, a seguito di un labile ed inconferente “confronto con i sindacati”, perché la materia non è demandata alla contrattazione aziendale, decidono i criteri. Sono sempre loro che decidono a chi attribuire gli incarichi , che gestiscono le selezioni, che decidono il valore dell’indennità, sono loro che decidono a chi revocarli e quando”.
14 marzo 2018
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