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Professioni socio sanitarie. Fials: “Nel nuovo contratto prevedere da subito una loro area specifica”


Per il sindacato è la logica conclusione dopo l’approvazione della legge Lorenzin. “Non serve alcun rinvio alla ipotizzata Commissione paritetica per la riclassificazione, alla quale, casomai, andrebbe delegato l’individuazione di eventuali altri profili per tale area e quant’altro si riterrà opportuno”.

30 DIC - “Con la stipula dell’intesa del contratto nazionale per i dipendenti delle funzioni centrali, si stringono ormai i tempi, anche, per la firma del contratto nazionale per il personale del comparto sanità che potrebbe avvenire subito dopo l’Epifania”.
 
Così il Segretario Generale della FIALS, Giuseppe Carbone, che con una nota al Presidente dell’ARAN, ha rimarcato la recente legge approvata il 22 dicembre c.a., che, si legge nella nota, “nel contestualizzare l’area delle professioni socio sanitarie, ben precisa che in essa sono già contemplati i preesistenti profili professionali di operatore sociosanitario, assistente sociale, educatore professionale e sociologo”.
 
“L’individuazione di questa area, come per le altre, afferma Carbone, era già stata prevista nelle direttive emanate dal Comitato di Settore Regioni-Sanità all’ARAN per il rinnovo contrattuale del personale dei livelli del SSN”.
 
“La FIALS, scrive Carbone, nel concordare con questa scelta di ricollocazione del personale del SSN in modalità più adeguata alle scelte strategiche contenute nel vigente Patto per la Salute, rispetto ai desueti ruoli di cui al DPR761/79, ritiene che nella redazione in corso del nuovo schema d’accordo del CCNL del personale del comparto sanità, sia già prevista ed istituita, anche contrattualmente, l’area delle professioni sociosanitarie, senza alcun rinvio alla ipotizzata Commissione paritetica per la riclassificazione, alla quale, casomai, andrebbe delegato l’individuazione di eventuali altri profili per tale area e quant’altro si riterrà opportuno”.
 
Il leader della FIALS si rivolge anche al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, come anche al Presidente dell’AGENAS, asserendo che “il riconoscimento che il Parlamento ha voluto compiere nei confronti dell’operatore sociosanitario, quale profilo professionale che contribuisce direttamente all’attuazione del diritto alla salute, come delineato dall’OMS, rende quanto mai necessario che questo profilo abbia le giuste implementazioni di competenze, sviluppo professionale, rimodulazione della formazione nei contenuti e nelle modalità, prevedendo anche per esso l’attivazione di attività di educazione continua in medicina – E.C.M.- in analogia a quanto previsto per le professioni sanitarie”.
 
“La richiesta della FIALS, spiega Carbone, la si rappresenta al fine di aggiornare ed implementare le competenze degli operatori sociosanitari per la loro migliore e funzionale operatività nelle strutture sanitarie e sociosanitarie ospedaliere, residenziali e territoriali nonché a domicilio del cittadino”.

30 dicembre 2017
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