XXXI Congresso nazionale Cimo. Si riparte dai giovani: nasce CimoLab
Un laboratorio di idee per “essere e fare sindacato”. Questo il progetto che prende il via dal congresso nazionale del sindacato che si prepara a chiudere i battenti. Tanti i temi toccati nel corso dei lavori congressuali a Firenze: dal contratto alla progressione di carriera fino alla necessità di sostenere il Ssn
23 SET - “Raccogliere le istanze dei giovani medici per rappresentarli e tutelarli. Per far capire loro che il sindacato può cambiare il suo Dna”.
È questo l’obiettivo di CimoLab, un laboratorio di idee per “essere e fare sindacato”, fortemente voluto dal neo presidente
Guido Quici, creato dai medici under 45 della Cimo che ha debuttato al XXXI Congresso nazionale del sindacato alle battute conclusive
“L’dea di creare CimoLab è nata dall’esigenza di unire le idee e proporre soluzioni comuni in base ai reali problemi che vengono vissuti quotidianamente nel mondo del lavoro medico. Per questo abbiamo iniziato ad avvicinare i giovani colleghi per concordare insieme azioni concrete a tutela della professione cercando anche di dare un contributo a chi ancora non è riuscito ad entrare nel Ssn” ha spiegato
Cristina Cenci, Vice segretario regionale vicario Cimo Umbria, responsabile di CimoLab nonché autrice della lettera pubblicata su
Quotidiano Sanità “Il mio 25 aprile in ospedale. Un turno di ordinaria follia” che ha incassato più di 2mila condivisioni sui social network
“Da oggi in poi – ha spiegato Cenci – saremo a disposizione di tutti i colleghi per mettere in rete la nostra esperienza professionale e sindacale e dare risposte esaustive, per quanto possibile risolutive, nel rispetto delle norme contrattuali e di legge attualmente vigenti. Questo per tutelare i nostri diritti ma soprattutto per difendere la nostra professionalità e salvaguardare il rapporto medico paziente”.
In particolare gli obiettivi del CimoLab saranno quelli di analizzare i documenti regionali per verificare la corretta applicazione del Patto per la salute e del Dm 70 al fine di far emergere le incongruenze che finora ogni medico ha riscontrato nel suo lavoro quotidiano. “Spesso ci troviamo a lavorare nei nostri ospedali in condizioni che non rispettano la legge, il contratto e che ledono la qualità e la sicurezza delle cure – ha concluso Cenci – quello che vogliamo fare è far capire ai colleghi è che il sindacato può aiutarli”.
Ma sono stati tanti i temi toccati nel corso dei lavori congressuali. Dalle criticità legate al rinnovo del contratto, tema che ha incassato il sostegno delle regioni che premono sul Mef per risolvere la questione economica; dai nuovi modelli di sviluppo di carriera che vedono la costruzione di un doppio percorso gestionale e professionale per motivare chi lavora nel Ssn e da realizzare attraverso l’attuazione dell’art. 22 del Patto della Salute fino alle nuove alleanze da stringere con società scientifiche e cittadini.
23 settembre 2017
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