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Atto di indirizzo. Fimmg, Fimp e Sumai: “Pronti a dichiarare lo stato di agitazione se dalle Regioni non arriveranno risposte”


In vista dell’incontro ad hoc delle Regioni in programma il 5 e il 6 luglio, i sindacati rinnovano l’invito a riconsiderare l’atto di indirizzo. Per questo incontreranno il 6 luglio, i rappresentanti dei cittadini e dei partiti. Ma si dichiarano pronti ad utilizzare lo strumenti dello stato di agitazione e dello sciopero “per mostrare al Paese il loro profondo e radicale contrasto”.

03 LUG - “Ci aspettiamo che i Presidenti delle Regioni assumano finalmente una decisione chiara circa la volontà di ammodernare i loro Ssr e di conseguenza tutto il Ssn, facendo delle cure primarie un progetto armonico, equamente diffuso e funzionante in tutta la nazione”.
 
È quanto hanno dichiarato Silvestro Scotti segretario nazionale Fimmg, Giampietro Chiamenti presidente Fimp e Antonio Magi segretario Sumai Assoprof rinnovando l’invito a rivedere l’Atto di indirizzo anche alla luce degli incontri delle Regioni, in programma tra il 5 e il 6 luglio, che avranno come tema l’assistenza sanitaria territoriale e la sua riforma, da attuare attraverso la ripresa dell’attività contrattuale.
 
Per questo i sindacati hanno indetto un incontro, il 6 luglio alla Residenza di Ripetta a Roma, con i rappresentanti dei cittadini e dei partiti sui temi della sanità e del sociale. Ma già da oggi si dichiarano pronti ad utilizzare lo strumenti dello stato di agitazione e dello sciopero “per mostrare al Paese il nostro profondo e radicale contrasto”.
 
Scotti, Chiamenti e Magi da tempo sostengono che la valorizzazione contrattuale dell’assistenza sanitaria territoriale debba passare attraverso un nuovo atto d’indirizzo da parte del comitato di settore Regioni-sanità.

“Abbiamo già registrato con soddisfazione l’impegno in tal senso dell’Assessore Saitta in sede di Commissione Salute della Conferenza delle Regioni – hanno dichiarato – e siamo convinti che per un serio rilancio dell’assistenza territoriale, come minimum data set, si stabilisca che il rinnovo contrattuale,  in considerazione di quando disposto dall’ultima legge di stabilità, abbia un valore economico oltre che normativo.Non vorremmo che si stessero trovando distinguo legati più a schieramenti politici che alle reali necessità del paese e del Ssn.Ci aspettiamo che i Presidenti delle Regioni assumano finalmente una decisione chiara circa la volontà di ammodernare i loro Ssr e di conseguenza tutto il Ssn, facendo delle cure primarie un progetto armonico, equamente diffuso e funzionante in tutta la nazione.

Le sfide che si prospettano su temi come la prevenzione, con in testa quella vaccinale,  la gestione della cronicità e della non autosufficienza – proseguono – trovano soluzione tramite lo sviluppo della specialistica ambulatoriale convenzionata interna, della medicina generale e della pediatria di libera scelta attraverso una maggior disponibilità di personale di studio e di strumenti di diagnostica in una logica di medicina di prossimità,  per una risposta più immediata e qualificata sia nella presa in carico delle patologie  croniche che di quelle acute non complicate.Siamo già in ritardo, visto oltretutto l’evidente e preoccupante diminuzione dei medici dovuta a uno scarso ricambio generazionale”.
 
Per questo incontreranno la politica e i cittadini: “per fare chiarezza sulle responsabilità di chi vuole marginalizzare il territorio per distruggere il Ssn”.

“Se non arrivassero risposte immediate dalla Conferenza delle Regioni, liberi da obiettivi negoziali – hanno concluso – ci occuperemo di informare i cittadini attraverso campagne di comunicazione per  smascherare veri responsabili del soffocamento dell’assistenza territoriale, utilizzando anche gli strumenti più tipici dell’azione sindacale (stato di agitazione e sciopero) per mostrare al Paese il nostro profondo e radicale contrasto”.

03 luglio 2017
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