Professioni sanitarie. Fials contro bozza Accordo in Stato-Regioni: “Non rinnova le competenze”
Per il sindacato c’è “il sospetto che si voglia intervenire per bloccare quanto in molte Aziende sanitarie si sta realizzando in materia di implementazione delle competenze della professioni sanitarie, in particolare di quelle di infermiere e di ostetrica in relazione al diverso quadro epidemiologico e demografico del Paese”.
27 MAR - Altolà della Fials alla bozza di Accordo Stato-Regioni per la definizione delle attività delle professioni sanitarie del Servizio sanitario nazionale,
anticipata dal nostro giornale.
Per il segretario generale
Giuseppe Carbone, l’obiettivo, dell’ Accordo, doveva essere quello di definire le competenze delle professioni sanitarie evitando che vengano invase dalle attività delle professioni non organizzate in ordini o collegi.
E per questo, sempre secondo Carbone, “si era convenuto con l’Accordo Stato-Regioni voluto dall’allora Ministro alla Salute,
Renato Balduzzi, di dar corso ad una ricognizione delle attività riservate per legge alle professioni sanitarie regolamentate, tutte, nessuna esclusa, medici compresi, per fornire un preciso quadro di riferimento attraverso l’individuazione degli ambiti di attività delle professioni sanitarie, elencando le competenze di ciascuna professione in materia di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione”.
“La bozza attuale, invece, protesta Carbone, non assolve per nulla all’obiettivo posto, prevedendo un insufficiente e riduttivo
“copia ed incolla” delle disposizioni vigenti ed operanti in materia di professioni sanitarie infermieristiche-ostetrica, tecniche, della riabilitazione e della prevenzione già contemplate e solennemente sancite in ben tre leggi quali: 42/99, 251/00 e 43/06”.
“Quindi, l’unico obiettivo di questa proposta di accordo, dice ancora Carbone, appare essere stato quello della iniziale versione che prevedeva come
“criteri limite: le competenze previste per le professioni mediche…” poi sostituito con
“fatte salve” riprendendo appieno il disposto della legge 42/99”.
“Rimane pertanto il sospetto, continua Carbone, che si volesse intervenire per bloccare quanto in molte Aziende sanitarie si sta realizzando in base alle scelte adottate dalle Regioni in materia di implementazione delle competenze della professioni sanitarie, in particolare di quelle di infermiere e di ostetrica in relazione al diverso quadro epidemiologico e demografico del Paese”.
“Il sospetto è quanto mai fondato, sottolinea il segretario Fials, se si tiene conto dell’atteggiamento ostruttivo svolto dall’attuale Ministro alla Salute che contraddicendo le scelte dei suoi predecessori Fazio e Balduzzi e nonostante le ripetute richieste delle Regioni non ha inviato mai alla Conferenza Stato – Regioni gli schemi d’accordo sulle implementazione delle competenze avanzate e specialistiche degli infermieri e dei tecnici sanitari di radiologia medica non rispettando neanche il disposto legislativo per attuarlo voluto dal precedente Governo Renzi”.
Il sospetto, per Carbone, “è altresì rafforzato dal fatto che la proposta di accordo, non prevede affatto le competenze delle altre professioni sanitarie formate ed abilitate con laurea magistrale, nonostante il reale bisogno anche per queste di declinarle in relazione all’attività delle professioni c.d. non regolamentate”.
Da qui la richiesta di “ritirare la proposta di Accordo dall’esame della Conferenza Stato Regioni e di avviare un vero confronto tra Ministero della Salute, Regioni e rappresentanze professionali e sindacali di tutte le professioni sanitarie, medici compresi, in materia di delimitazione dall’esterno dell’insieme di queste professioni delle proprie competenze e di interpretazione dinamica delle competenze all’interno di queste professioni in grado di coglierne l’evoluzione in corso”.
27 marzo 2017
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