Federfarma prosegue attacco alla distribuzione diretta: “Spreco di farmaci”. Ieri sciopero in Emilia Romagna: “Adesione al 90%”
La Federazione dei titolari di farmacia sul proprio sito raccoglie alcune testimonianze delle ‘ombre’ che si celano dietro la distribuzione diretta dei farmaci. Sulla questione ieri mattina hanno scioperato i farmacisti dell’Emilia Romagna: “Adesioni al 90%”.
27 GEN - “Quetiapina 29 pezzi, allopurinolo 4, seroquel 8, trittico 6, tachidol 7. Non è l’ordine di una farmacia al suo grossista, ma le confezioni avanzate di una fornitura per diversi mesi di terapia, dispensata in distribuzione diretta ad una ultra 90enne della provincia di Modena deceduta nei giorni scorsi. I parenti, non sapendo che farsene, hanno infilato tutto in uno scatolone e si sono rivolti alla farmacia sotto casa. Il titolare ovviamente non li ha presi, ma ha scattato qualche foto a testimonianza dello spreco. Spreco di farmaci che avrebbero potuto andare ad altri malati e spreco di denaro pubblico – quello speso per acquistarli – del quale non rimane traccia, perché le Regioni sono leste a magnificare i risparmi della distribuzione diretta ma di questi avanzi non tengono la minima contabilità”. A denunciare l’accaduto è Federfarma sul proprio sito web in una nota in cui torna a ribadire il no convinto all’esplosione della distribuzione diretta.
“Un cliente rifornito dall’Asl in distribuzione diretta - spiega a
Filodiretto la farmacista che ha diffuso alcune foto - mi ha raccontato di come funzionano le consegne all’Asl: ogni volta lo stesso numero di scatolette indicato sul Piano terapeutico, e se lui dice “no queste non le voglio perché a casa ne ho ancora” loro comunque gliele danno, perché lì vige solo la burocrazia. In farmacia queste cose non succederebbero, perché noi dispensiamo una confezione alla volta”.
Altra critica di Federfarma riguarda il supporto alle terapie. “Tempo fa - racconta ancora la farmacista - è entrato in farmacia un anziano con una sporta piena di striscette, aghi pungidito e glucometri. Glieli aveva forniti in distribuzione diretta l’Asl, ma nessuno aveva spiegato come usarli. L’ho dovuto fare io, anche se non sarebbe giusto: già subiamo la concorrenza sleale della distribuzione diretta, perché sui farmaci erogati dalle Asl i pazienti non pagano il ticket; poi dobbiamo pure vicariare le inadeguatezze del Ssn”.
E proprio la lotta alla ‘diretta’ è stato il motivo per cui ieri, le farmacie private dell’Emilia Romagna hanno scioperato per mezza giornata. E il bilancio del “day after” è positivo: alla serrata ha partecipato il 90% degli esercizi, riferisce in una nota Federfarma regionale, compresi gli esercizi di turno che hanno espresso la propria adesione con una locandina recante la scritta ‘Questa farmacia aderisce alla protesta ma rimane aperta per turno’. Unica voce fuori dal coro di Federfarma l’associazione titolari di Parma, che non ha partecipato alla serrata
“Siamo particolarmente soddisfatti dell’altissima adesione - è il commento del presidente di Federfarma Emilia Romagna,
Domenico Dal Re - significa che la categoria è compatta quando si tratta di difendere un diritto costituzionale del cittadino e il ruolo stesso della farmacia. La nostra è una battaglia di principio, difendiamo il ruolo della farmacia come parte integrante del Sistema sanitario nazionale. Non è mai stata e mai sarà una questione economica, ma una battaglia sociale per riportare i farmaci vicino ai cittadini. Siamo la regione che ha visto nascere la farmacia dei servizi, è tempo che l’Emilia Romagna ritorni a essere un “modello”: per questo siamo pronti ad aprire qualunque tavolo che abbia come presupposto il rispetto dei cittadini, tanto più quelli nelle fasce più deboli della popolazione”.
27 gennaio 2017
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