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Assemblea Federfarma. “Il voto sul rinvio dello Statuto non fa sfiducia. Sbaglia chi lo interpreta così”


Sul sito del sindacato raccolte le voci di chi ha votato sì alla mozione per il rinvio dell’esame dello Statuto ma non per questo ha sfiduciato la maggioranza. “Sbaglia chi interpreta il voto di mercoledì, che ha posticipato a dopo le elezioni nazionali la riforma dello Statuto federale, come un atto di sfiducia dell’assemblea nei confronti del Consiglio di presidenza”.

19 DIC - “Sbaglia chi interpreta il voto di mercoledì, che ha posticipato a dopo le elezioni nazionali la riforma dello Statuto federale, come un atto di sfiducia dell’assemblea nei confronti del Consiglio di presidenza. Lo dicono i numeri e lo dicono alcuni di quei delegati che, all’appello nominale, avevano votato a favore della mozione per il rinvio. E che ora, dopo aver letto per due giorni su social e giornali di categoria le espressioni di giubilo dell’opposizione, sentono giunto il momento dei distinguo”. Così si legge sul sito di Federfarma in riferimento all’ultima assemblea quando è stata approvata una mozione di rinvio dell’esame del nuovo Statuto.  
 
“Io e gli altri due delegati della mia provincia siamo tra quelli che mercoledì hanno alzato scheda verde a sostegno della mozione – ha spiegato  a Filodiretto Clara Mottinelli, presidente di Federfarma Brescia e presidente Sunifar della Lombardia - ma questo non significa che ho sfiduciato la presidenza, anzi. Io, così come gli altri delegati, ci siamo espressi soltanto per il rinvio della riforma statutaria; chi legge il voto come un segnale di sfiducia nei confronti della presidenza prende un grosso granchio”.

Quella di Mottinelli non è l’unica voce. “Anche io ho alzato scheda verde per esprimermi sui tempi della riforma e su nient’altro - chiarisce Francesca Conchiglia, presidente di Federfarma Lecce «d’altronde, ricordo che un po’ prima la stessa assemblea aveva approvato quasi all’unanimità, e nella massima serenità, la ricapitalizzazione di Credifarma. Quel voto come andava letto? La verità è che qualcuno ha cercato a tutti i costi lo scontro”.
 
Nella news pubblicata sul sito del sindacato si evidenzia poi come “anche tra i delegati sardi, così come tra i campani, ci sono stati diversi sì che valevano per il contenuto letterale della mozione, anche perché il clima di distesa collaborazione che la mattina aveva dominato i lavori dell’assemblea aveva convinto diverse rappresentanze che fosse inutile cercare altri strappi. Poi vanno corretti i resoconti forniti da alcuni giornali di categoria: la Sicilia è stata data interamente per il sì, hanno invece votato contro la mozione i delegati delle province di Catania, Enna, Agrigento e Ragusa”.

“Tra chi riconferma la propria fiducia nel Consiglio di presidenza, infine, - si legge - si fanno anche notare i numeri di mercoledì: 107 le schede verdi e 76 quelle rosse, che messe assieme significano una cinquantina di assenze tra i delegati. Troppe per dare ragione a quelli che, nel day after, hanno gridato ai quattro venti che gli equilibri dell’assemblea sono cambiati. Un’urna non fa primavera”.

19 dicembre 2016
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