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Previdenza complementare e Pa. Ad oggi sono 7,5 mln gli aderenti


Presentata a Roma la nuova “Guida alla pianificazione della pensione”, realizzata dai fondi Espero e Perseo Sirio. Madia: “La previdenza complementare appare come uno degli strumenti più importanti per assicurare ai lavoratori una maggiore serenità negli anni della pensione”. LA GUIDA

03 NOV - “Nel processo di riforma del sistema pensionistico, che ha visto il definitivo passaggio al sistema contributivo, la previdenza complementare appare come uno degli strumenti più importanti per assicurare ai lavoratori una maggiore serenità negli anni della pensione”. Con questa dichiarazione di Maria Anna Madia, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, si apre La mia scelta previdente, la nuova Guida alla pianificazione della pensione nel pubblico impiego, realizzata dai fondi Espero e Perseo Sirio e disponibile gratuitamente online.
 
La Guida è stata presentata oggi a Palazzo Montecitorio nel corso di un Convegno al quale hanno partecipato, tra gli altri, Marina Sereni (Vicepresidente Camera dei Deputati), Cesare Damiano (Presidente Commissione Lavoro Camera dei Deputati), Stefano Patriarca (Nucleo Tecnico per il Coordinamento della Politica Economica), Francesco Massicci (Commissario Covip), Sergio Gasparrini (Presidente Aran), Wladimiro Boccali (Presidente Fondo Perseo Sirio) e Roberto Natoli (Presidente Fondo Espero).
 
Dai dati di una recente indagine condotta da COVIP (Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione), quasi il 90% dei lavoratori intervistati che hanno aderito ai fondi pensione, si dichiarano soddisfatti della scelta fatta. In effetti, ciò stride con il relativamente basso tasso di adesione alla previdenza complementare, potendo dedurre che il problema più grande, soprattutto per i fondi pensione negoziali che non dispongono di reti di vendita come gli operatori di mercato, è il cosiddetto “gap informativo”, ovvero la difficoltà di informare e, di conseguenza, avvicinare i lavoratori alla previdenza complementare.
 
Adesioni. A fine giugno del 2016, le adesioni alla previdenza complementare sono circa 7,5 milioni; al netto delle uscite, la crescita nel primo semestre dell’anno è stata di circa 280.000 unità (3,9 per cento). Gli iscritti ai fondi negoziali sono saliti di circa 110.000 unità (4,6 per cento), attestandosi a fine giugno a quota 2,529 milioni.
 
Rendimenti. I risultati delle forme pensionistiche complementari hanno risentito dell’andamento contrastato dei mercati finanziari nel corso del primo semestre dell’anno. Le turbolenze hanno interessato soprattutto i titoli azionari; non ne hanno risentito i corsi obbligazionari, continuando a beneficiare dell’orientamento espansivo delle politiche monetarie adottate dalle banche centrali. I rendimenti medi aggregati, al netto dei costi di gestione e della fiscalità, si sono attestati all’1 per cento nei fondi negoziali; risultati più elevati si sono osservati nelle linee a maggior contenuto obbligazionario e anche in quelle bilanciate; il rendimento dei comparti azionari è stato negativo.
 
Nel primo semestre del 2016 il TFR si è rivalutato, al netto delle tasse, dello 0,6 per cento. (COVIP, giugno 2016) La previdenza complementare, il cosiddetto secondo pilastro, consiste nell’accantonamento regolare dei risparmi nel periodo lavorativo con l’obiettivo di aumentare la rendita pensionistica del lavoratore. Essa rappresenta una forma di risparmio a cui lo Stato riconosce agevolazioni fiscali che altre forme non dispongono. I lavoratori delle pubbliche amministrazioni possiedono un fondo pensione di categoria che può offrire numerosi vantaggi. I fondi pensione negoziali sono forme pensionistiche senza scopo di lucro, pertanto tutto il patrimonio è ripartito nelle posizioni individuali degli associati che potranno contare su una gestione professionale dei risparmi. La previdenza complementare è una scelta volontaria.
 
I vantaggi: costi contenuti, deducibilità fiscale, sicurezza, trasparenza e il contributo del datore di lavoro. I fondi pensione complementare per il pubblico impiego hanno costi di gestione contenuti rispetto ad altre forme pensionistiche; la loro natura senza scopo di lucro necessita di rendere efficienti i processi decisionali e di ottimizzare le proprie risorse. Investimento di meno di un euro al giorno: è possibile iniziare con un contributo base pari all’1% della retribuzione annua (per esempio 25 euro/mese pari a 0,82 euro/giorno). Raddoppiamento del contributo: versando, oltre al TFR, un contributo di almeno 1% della retribuzione utile al calcolo del TFR, si ha diritto al versamento da parte del proprio datore di lavoro di un ulteriore 1%.
 
Vantaggi fiscali. I contributi versati sono deducibili dal reddito complessivo, il vantaggio fiscale viene percepito direttamente in busta paga. Inoltre, la tassazione sui rendimenti dei fondi pensione è più favorevole rispetto ad altri prodotti assicurativi (20% contro 26%). I fondi pensione costituiscono la soluzione più idonea per integrare la pensione obbligatoria, rispetto al cosiddetto “fai da te”. COVIP ha registrato in questi anni risultati positivi per i fondi pensione, riconoscendo i benefici derivanti dagli incentivi fiscali esistenti e, in particolare per i fondi pensione contrattuali, il contributo del datore di lavoro e i contenuti costi di gestione.
 
Per i lavoratori della PA o della sanità. I patronati convenzionati, oltre a essere un supporto informativo, svolgono anche un ruolo di consulenza permettendo, ad esempio, di simulare la pensione futura. Uno strumento sostitutivo alle cosiddette Buste Arancioni dell’INPS, non ancora disponibili (ma in fase di implementazione) per i dipendenti del pubblico impiego. Ulteriori informazioni possono essere fornite dalle organizzazioni sindacali sottoscrittrici l’accordo di fusione. 

03 novembre 2016
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