L’Enpam incontra i sindacati e chiede di restare "uniti”
I vertici nazionali di 18 sigle sindacali si sono riuniti oggi all’Enpam per discutere del futuro previdenziale della categoria medica. L’incontro è stato anche l’occasione per illustrare il “reale buon andamento” dei conti dell’Ente e per fare chiarezza sull’esposto presentato contro la gestione dell’Enpam. “Ad oggi – spiega una nota dell’Ente - il rischio perdite interessa circa il 2,5% del patrimonio (l’importo totale soggetto a rischi è inferiore a 290 milioni di euro)”.
17 GIU - Si è svolto oggi l’incontro tra i rappresentanti dell’Enpam e i rappresentanti di 18 sigle sindacali mediche. Il vertice era stato convocato per discutere del futuro previdenziale della categoria medica, ma è stata anche l’occasione per fare chiarezza dopo l’esposto per sospetto danno patrimoniale da oltre 1 miliardo derivante dalla cattiva gestione dell’Ente e presentato da 5 presidente di Ordine e da un membro del Cda della Fondazione. Nel corso dell’incontro, afferma una nota dell’Enpam, “è stato illustrato il reale buon andamento dei conti della Cassa dei medici e degli odontoiatri che il 25 giugno prossimo presenterà all’approvazione un bilancio in attivo di 1,137 miliardi di euro”.
L’Enpam ha sottolineato che il vero nodo è rappresentato dall’obbligo, imposto dallo Stato, di raddoppiare da 15 a 30 anni l’orizzonte temporale di tenuta delle pensioni. La Fondazione chiede unità alla categoria per ottenere dal Governo nuove regole che permettano di raggiungere con gradualità l’equilibrio trentennale. “Se a un saltatore in alto spostiamo improvvisamente l’asticella a un’altezza doppia, non riuscirà mai a saltarla - ha esemplificato il vicepresidente vicario dell’Enpam Alberto Oliveti - a meno che non gli si dia un’asta per il nuovo sport e il tempo per imparare a usarla”. Nonostante i conti della cassa previdenziale negli ultimi anni siano andati costantemente migliorando, l’innalzamento della speranza di vita obbliga l’ente a fare interventi sulla previdenza. “Medici e odontoatri, coesi, hanno interesse a ottenere insieme norme che consentano riforme più graduali possibili”, conclude la nota della Fondazione.
Riguardo la vicenda sugli investimenti legati a titoli derivati, “malgrado fuorvianti e allarmistiche” informazioni “l’impatto negativo di alcuni investimenti fatti prima della grande crisi del 2008 è stato notevolmente ridotto. Ad oggi –aggiunge la nota dell’Enpam - il rischio perdite interessa circa il 2,5% del patrimonio (l’importo totale soggetto a rischi è inferiore a 290 milioni di euro), con prospettive di ulteriori miglioramenti”.
17 giugno 2011
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