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Osteopatia. Il Roi diventa membro dell’Associazione internazionale (Oia)


Obiettivi della partnership: condivisione delle best practice internazionali nella ricerca e nella formazione e allineamento dei percorsi professionali agli standard internazionali. Sciomachen: "Essere diventati partner dell’OIA, al fianco di molte tra le organizzazioni più autorevoli e rappresentative dell’osteopatia nel mondo, è un ulteriore tassello nella nostra strategia di condivisione delle best practice internazionali".

20 OTT - Il ROI entra come membro partner nell’International Osteopathic Association (OIA), l'associazione internazionale che raggruppa le organizzazioni di osteopati più rappresentative di tutti i Paesi nel mondo e le Scuole di formazione più autorevoli. L’OIA rappresenta oggi 75 organizzazioni di 30 Paesi in 5 continenti e oltre 120.000 professionisti del settore, ed è stata fondata nel 2004, è un corpus di organizzazioni osteopatiche rappresentanti gli osteopati che nel mondo praticano e insegnano questa disciplina sanitaria indipendente. Il suo approccio innovativo e distintivo pone al centro la persona e il suo stato di salute anziché le sue malattie. La finalità e la missione è quella di fare in modo che l’osteopatia, grazie a questo approccio, fornisca un contributo decisivo “per migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria nel mondo”.
 
“Essere diventati partner dell’OIA, al fianco di molte tra le organizzazioni più autorevoli e rappresentative dell’osteopatia nel mondo, è un ulteriore tassello nella nostra strategia di condivisione delle best practice internazionali, sia nell’ambito della formazione sia nella ricerca, e di allineamento dei percorsi professionali agli standard internazionali”, ha commentato Paola Sciomachen, la Presidente del ROI.
 
 
Gli obiettivi principali dell’associazione sono la raccolta e la divulgazione di informazioni accurate, riguardanti la situazione normativa della professione di osteopata nel mondo, la promozione dei più alti standard qualitativi nella formazione accademica, il progresso della ricerca scientifica, un’assistenza sanitaria sicura e l’istituzione di partnership con organizzazioni e/o associazioni internazionali.

“In Italia – si legge in una nota - il Registro Osteopati d’Italia è impegnato da due anni nell’iter di riconoscimento dell’osteopatia come professione sanitaria, al fine di tutelare, in primo luogo, i milioni di italiani che si affidano alle cure degli osteopati. Il riconoscimento inoltre uniformerà il quadro normativo di riferimento in Italia a quello prevalente in buona parte dell’Europa: l’osteopatia è infatti una professione sanitaria nel Regno Unito, in Francia, Austria, Belgio, Svizzera, Portogallo, Malta, Finlandia e Islanda. Stati Uniti, dove l’osteopatia è nata, Australia e Sud Africa, sono tra i Paesi nel mondo in cui è più diffusa e in cui ha ottenuto da tempo il riconoscimento”.
 
“La norma CEN, che abbiamo promosso e condiviso, ha definito a livello europeo un quadro di riferimento per la regolamentazione della professione, è stata un punto di arrivo fondamentale per inquadrare anche in Italia l’osteopatia come “professione sanitaria di contatto primario”.  L’adesione all’OIA per noi rappresenta la prosecuzione di questo percorso, verso la definizione di standard di riferimento internazionali”, ha sottolineato Paola Sciomachen.

20 ottobre 2016
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