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Medici standardizzati come le siringhe. Ecco le strategie delle Regioni per il rinnovo del contratto

di Costantino Troise (Anaao Assomed)

Se il buongiorno si vede dal mattino, il rinnovo del contratto non sarà una passeggiata. Le Regioni, dopo avere normalizzato il costo della mitica siringa, si accingono a fare lo stesso con quello del lavoro dei professionisti, inseguendo uno standard di personale al ribasso e con meno tutele, con in mente l’idea di ospedali come caserme o catene di montaggio

04 MAG - L’intervista che ha rilasciato al mensile dell’Anaao Assomed Massimo Garavaglia, presidente del Comitato di Settore cui spetta emanare l’atto di indirizzo per il rinnovo del CCNL, è istruttiva. Sia perché conferma la irrisorietà delle risorse economiche messe a disposizione del comparto sanità, e quindi del medici e dirigenti sanitari dipendenti, sia perché espone in pillole il pensiero ed il programma del Comitato che presiede.
 
Programma che appare decontestualizzato, fuori dal tempo, come se non venissimo da 7 anni di vuoto contrattuale che hanno taglieggiato le retribuzioni di Medici e dirigenti sanitari, da un blocco feroce del turnover che ha aumentato la loro età media al punto da costringerli, unici al mondo, al lavoro notturno fino a 70 anni, da milioni di ore di eccedenze del debito orario contrattuale non retribuite, grazie alle quali è stato impedito il collasso dei servizi sanitari e la migrazione di massa dei malati verso paesi stranieri, come fa l’Inghilterra. Esplicito nei cambiamenti da chiedere quanto oscuro sui cambiamenti da dare, Garavaglia esprime una logica unilaterale dello scambio contrattuale che affida ai rapporti di forza la soluzione dei problemi sul tappeto.
 
Per rispondere alle esigenze dettate dalla normativa europea sull’orario di lavoro, si preannunciano, con buona pace dei giovani, invece che nuove assunzioni, richieste di deroghe per prorogare un modello organizzativo fondato sull’uso intensivo del lavoro dei professionisti, come se fosse l’unico che le Regioni sono in grado di reggere. Oltre all’elenco dei tagli inferti dal Governo, e puntualmente scaricati sulla sanità pubblica, ed alla mitologia dei costi standard, lascia intravvedere Regioni impegnate nel solito piano di centralizzazione degli acquisti e di taglio delle strutture semplici e complesse, tutte rigorosamente del SSN, che si guardano bene dall’effettuare il riordino della rete ospedaliera, necessario ma costoso sul piano elettorale.
 
Lo scenario che ci prospetta è una legittimazione del presente, fatto di deregulation imperante
, assenza di relazioni sindacali, poche risorse economiche aggiunte e molte sottratte ai fondi contrattuali, cassa continua di Regioni non paghe di una applicazione ultra legem dei provvedimenti di Tremonti, un arricchimento illecito a scapito delle condizioni di lavoro dei dipendenti e dei diritti dei cittadini. E fiumi di parole su merito, produttività ed efficienza che vuol dire “zitti e lavorate”.
 
Se il buongiorno si vede dal mattino, il rinnovo del CCNL non sarà una passeggiata. E si capisce come e perché le Regioni, dopo avere normalizzato il costo della mitica siringa, si accingano a fare lo stesso con quello del lavoro dei professionisti, inseguendo uno standard di personale al ribasso e con meno tutele, con in mente l’idea di ospedali come caserme o catene di montaggio.
 
No, il rinnovo del CCNL non sarà un pranzo di gala.
 
Costantino Troise
Segretario nazionale Anaao Assomed

04 maggio 2016
© Riproduzione riservata

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