Blocco contratti. Infermieri Nursind ricorrono alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per ottenere risarcimento
L'iniziativa del sindacato della professione infermieristica è promossa all'interno della nuova Confederazione Generale Sindacale, nata dalla confluenza all’interno di un progetto comune di quattro Federazioni. Obiettivo dei ricorrenti è ottenere la condanna del Governo a risarcime i lavoratori per il mancato rinnovo dei contratti dal 2010 al 2015.
25 FEB - Il Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche, promuove un ricorso presso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per il mancato rinnovo del contratto del pubblico impiego. E lo fa in qualità di componente della nuova
Confederazione Generale Sindacale, nata dalla confluenza all’interno di un progetto comune di quattro Federazioni: FGU (Federazione Gilda-Unams) nella Scuola, FLP (Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche) nei Ministeri, nelle Agenzie fiscali e nella Presidenza del Consiglio, appunto Nursind (Sindacato delle Professioni Infermieristiche) nella Sanità e Unione Artisti UNAMS negli Istituti di Alta Formazione Artistica e Musicale.
Obiettivo dell’iniziativa, spiega una nota, è
ottenere la condanna del Governo a risarcire i ricorrenti per il mancato rinnovo dei contratti dal 2010 al 2015 e la mancata riapertura dei tavoli contrattuali con adeguate risorse proprio a partire dal mese di luglio 2015 come previsto dalla stessa sentenza della Corte Costituzionale.
“Ricordiamo che la Legge di stabilità 2016 stanzia la cifra irrisoria di 5 euro lordi mensili! Un indennizzo monetario che si stima essere superiore ai 5.000 euro per i dipendenti del comparto e ben più alto per l’area dirigenziale. Un ricorso che prevediamo possa avere il suo esito entro due anni e che è direttamente esecutivo chiamando in causa direttamente il governo a risarcire quei lavoratori faranno ricorso attraverso questa iniziativa”.
Nei prossimi giorni verrà messo a disposizione tutto il materiale necessario per procedere singolarmente al ricorso e saranno spiegate le modalità di adesione che sarà aperta a tutti i lavoratori del pubblico impiego.
La macchina organizzativa si è già messa in moto in quanto i ricorsi dovranno essere depositati presso la Corte dei Diritti dell’Uomo entro i limite massimo di sei mesi. In un apposito sito saranno inoltre disponibili tutte le informazioni e la documentazione necessaria. “Sull’esito positivo della vertenza – conclude la nota - siamo particolarmente fiduciosi anche perché confortati da un pool di avvocati particolarmente esperti in questo ambito”.
25 febbraio 2016
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